A Room of One's Own

Regali di Natale


Non ho mai avuto un buon rapporto con i regali.  Né con quelli da fare né con quelli da ricevereProbabilmente è perché sono un po’ spilorcia, e non sopporto che si sprechino soldi per cose inutili, e spesso un regalo, anche quando in astratto potrebbe essere utile, in pratica non lo è nel modo giusto. Come quando mi regalano libri, che in teoria sono cose utilissime, ma essendo di un genere che non mi piace leggere resteranno intonsi ad impolverarsi sullo scaffale. O come quando mi regalano capi di abbigliamento, che però non indosserò perché non rientrano nel mio ‘concetto’ di cose che mi piace portare. Sapendo come son difficile io da contentare, mi figuro che altrettanto lo siano anche coloro a cui i regali li devo andare a fare, e vado ogni volta in crisi all’idea che si verifichino situazioni come quelle gustosamente tratteggiate nei post 229 di Teatromagno Fino a qualche anno fa, il problema non si poneva in modo tanto pressante, perché nella mia famiglia non usavamo scambiarci regali. Da bambini gli unici regali erano quelli di santa Lucia, che ovviamente agiva su commissione, perché la mamma discretamente si informava su quali fossero i nostri desideri. Poi, crescendo, ero adolescente quando sono arrivati i primi regali di compleanno, ma da parte delle amiche, più che della famiglia. Solo in tempi molto recenti, sei, sette anni, è cominciata la moda di scambiarci regali per Natale: è stato da quando abbiamo cominciato a riunirci tutti insieme per il pranzo di Natale, con tutte le famiglie dei fratelli sposati. Ma curiosamente, i regali erano sempre solo per le donne della famiglia. Quest’anno, forse per ricomporre, più o meno inconsciamente, un dissidio che avevo avuto nei mesi scorsi con mio fratello, ho messo insieme agli altri un regalo anche per lui e la cosa è stata subito notata come una stranezza da una delle mie sorelle. Nella mia famiglia anche ricevere regali sembra che sia  una  ‘cosa da donne’.