A Room of One's Own

Informatiche evoluzioni (1)


'Letà é quella giusta', scrive Upmarine nel suo post n.25, aggiungendo il mio nick a quello di altre blogger sufficientemente agée per apprezzare il video musicale inserito nel post. Mentre ascolto la musica rifletto su come il tempo che passa lo misuro anche da come é cambiato il mondo dei computer e dell'informatica applicata non solo al mondo del lavoro ma anche del tempo libero.Quando cominciai a lavorare, ormai sono passati venticinque anni, nell’ufficio in cui mi impiegai si utilizzavano dei commodore 64 :funzionavano con floppy disk, che alternativamente venivano inseriti nella apposita fessura: prima quello del programma, poi quello degli archivi. Era un continuo metti e togli dischetti, che ovviamente in questo modo si usuravano rapidamente, e nonostante le copie di salvataggio che si facevano, non era così insolito che un dischetto risultasse danneggiato e non più leggibile, e la copia pure. Non passarono molti anni che passammo all’olivetti: un bel progresso, ci sembrava, non fosse altro che perché avendo un hard disk, sembrava molto più affidabile. Però di fatto sull’hard disk trovava posto solo il programma, gli archivi continuavano a viaggiare su floppy, anche se quelli piccoli sembravano, a me profana dei misteri informatici, molto più ‘robusti’ e quindi più affidabili di quelli grandi usati in precedenza. Un giorno, un programmatore, osservando con occhio critico la macchina che secondo il mio punto di vista usavo solo da poco tempo, la giudicò senza tanti complimenti ‘obsoleta’, e ci disse, spassionatamente: ‘a voi, con il vostro lavoro, servirebbe almeno una macchina da 70 mega…’ . A me avrebbe potuto dire che dovevo viaggiare con una macchina dalle ruote quadrate, e avrei capito tanto quanto, ma chi in ufficio si occupava di computer e programmi, esclamò che sicuramente l’amico programmatore aveva un concetto eccessivo della nostra mole di lavoro. Poi arrivarono i computer collegati in rete, e poi arrivò internet.(continua)
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