A Room of One's Own

Il principe Genji e la Signora-del-villaggio-dei-fiori-che-cadono


In questi giorni mi é tornato in mente  un racconto, letto tanti anni fa, di una scrittrice, Marguerite Yourcenar, di cui ho sempre apprezzato il disincantato realismo. E’ tratto dal volume ‘Novelle Orientali’ e racconta la storia del principe Genji , ‘ il più grande seduttore che abbia stupito l’Asia ’ il quale accorgendosi di essere prossimo alla vecchiaia,  decise di uscire di scena in bellezza e di ritirarsi a vivere gli ultimi anni lontano da tutti in un eremitaggio, sul fianco di una montagna. Alcune delle sue antiche amanti gli avevano proposto di venire a condividere il suo isolamento pieno di ricordi; le lettere più tenere provenivano dalla Signora-del-villaggio-dei-fiori-che-cadono, una antica concubina di nascita non illustre e di mediocre bellezza che per diciotto anni lo aveva amato, servendo come dama d’onore presso le altre spose di Genji. Essa lo amava ancora, e  restando senza risposta le sue lettere, decise di recarsi da lui sotto mentite spoglie, riuscendo con uno stratagemma a farsi accogliere nella sua casa e a ridiventare l’amante del principe ormai vecchio e quasi cieco. Si prese cura di lui, allietando le sue giornate con ogni tenerezza, dispiegando le stesse arti che usava un tempo quando lo riceveva nel suo padiglione di quinta concubina. Finché arrivò il giorno in cui il principe,  sentendosi morire, cominciò a ricordare una ad una le donne che aveva amato: “ Sto per morire, disse con fatica... Che ne sarà di te, quando non sarò più qui a intenerirmi al tuo ricordo, Principessa Azzurra, mia prima moglie, al cui amore non ho creduto che il giorno dopo la tua morte?  E tu, ricordo desolato della Signora-del-Padiglione-delle-Campanule, che sei morta nelle mie braccia, perché una rivale gelosa pretendeva di essere sola ad amarmi? E voi, ricordi insidiosi della mia troppo bella matrigna e della mia troppo giovane sposa, occupate volta a volta a insegnarmi quanto si soffre a essere il complice o la vittima di una infedeltà? E tu, caro ricordo della Signora-della-Lunga Notte, che sei stata tanto dolce e che consentisti a essere soltanto la terza nella mia casa e nel mio cuore? ... E tu, soprattutto tu, ricordo delizioso della piccola Sciujo, che avrei voluto incontrare più presto nella mia vita...” Ebbro di tristezza, lasciò ricadere la testa sul duro cuscino.La Signora-del-villaggio-dei-fiori-che-cadono si curvò su di lui, e tremando tutta mormorò: “ Non c’era un’altra donna nel tuo palazzo, una di cui non hai pronunciato il nome? Non era dolce? non si chiamava per caso Signora-del-villaggio-dei-fiori-che-cadono? ah, cerca di ricordare...” Ma già i tratti del principe Genji avevano assunto quella serenità che soltanto ai morti é riservata... La Signora-del-villaggio-dei-fiori-che-cadono si buttò in terra urlando senza alcun ritegno...Il solo nome che Genji avesse dimenticato, era precisamente il suo.