A Room of One's Own

Università tecnologica (2)


Tu che hai conosciuto i monitor a cristalli verdi e i dischetti da 5 pollici e ¼ non sai solo cliccare, mi scrive Reduced-noise  nei commenti al post 171. Ma avrebbe dovuto vedermi la mattina che arrivando come al solito in università il giorno prima di un esame per fare l’iscrizione non trovai né tavolo, né fogli, ma un paio di terminali in un angolo. Coi computer ci lavoravo da anni, è vero, ma di fronte alla procedura di iscrizione feci una magra figura che ancora me la ricordo, bloccando la fila per un buon quarto d’ora: arrivato ad un certo punto, il programma ritornava all’inizio senza registrare nulla. Cominciavo a pensare che non sarei mai riuscita a superare quell’esame, per impossibilità di iscrivermi, quando un ragazzo dietro di me, non so se mosso a compassione o solo per impazienza, mi suggerì di premere F5 per confermare. Superato il primo impatto, la nuova modalità si fece apprezzare per l’indubbio vantaggio che l’iscrizione poteva avvenire con largo anticipo sulla data stabilita per l’esame, evitandomi di dover andare in università nei giorni immediatamente precedenti. Ma la vera rivoluzione copernicana ci fu con l’avvento di internet. Quando, dopo un periodo di assenza piuttosto lungo mi decisi a rimettermi in corsa per terminare i pochi esami che mi mancavano e laurearmi, il modo di operare era stato completamente stravolto. Dall’ufficio potevo non solo visionare il calendario degli esami, e procedere all’iscrizione, ma consultare tutti i programmi dei corsi, gli orari di ricevimento dei docenti e le eventuali indisponibilità, e anche i voti ottenuti negli esami scritti, tutto in tempo reale. Tutto talmente facile che l’unico rammarico è stato che di esami da fare me ne restassero ormai solo tre.