A Room of One's Own

La masseria delle allodole


La masseria delle allodole, é un romanzo di Antonia Arslan. Il titolo mi aveva attratto subito, ma poi me l’ero segnato e lasciato lì, in attesa di essere dello spirito giusto per affrontare quella storia. C'é voluto un po' perché mi decidessi a prenderlo in mano, perché certe storie, per quanto ben scritte e ben raccontate, sono come un pugno nello stomaco, e preferiresti non saperle, per non doverci pensare. Poi capita di aprire il giornale, una mattina come le altre, e leggi che in Turchia è stato ucciso un giornalista,  Hrant Dink.   Leggi che era stato processato due volte, per offese all’identità Turca, per aver ‘denunciato’ il genocidio degli Armeni, e la storia letta torna alla memoria: un milione e mezzo di persone, massacrate, deportate e lasciate morire di stenti, nella Turchia di novant’anni fa.Una storia che qualcuno vorrebbe cancellare uccidendo chi ne parla. Una storia che qualcuno vorrebbe riscrivere, come in quel libro di Orwell, 1984, dove il protagonista corregge i libri di storia togliendo le notizie che non si accordano con la versione che fa comodo al presente. La stessa cosa che vorrebbe fare il piccolo presidente iraniano con la Shoa. La stessa cosa che probabilmente vorrà fare domani il governo del Sudan con quello che sta accadendo, proprio ora, mentre io scrivo, nel Darfur. Perché è questa la cosa che sconvolge: che per quanto continuamente rimossa, o forse proprio per questo motivo, questa storia continui, inesorabilmente, a ripetersi. Di volta in volta, sono gli Armeni, gli Ebrei, poi la Cambogia, poi la Bosnia, poi il Ruanda, ora il Darfur. Lo spettacolo che si continua a replicare è sempre lo stesso, cambia il palcoscenico, cambiano gli attori, ma la storia che va in scena è sempre la stessa ed il titolo è GENOCIDIO.