A Room of One's Own

La memoria


Oggi a tavola, con me e mia madre c’era anche mia sorella. Si parla, come sempre, del più e del meno e il discorso scivola su fatti di tanti anni fa. Fatti che io ho vissuto con profondo disagio nel corso dell’adolescenza, e che solo il tempo passato, sfumandoli e stemperandoli ha  reso  ormai innocui. Ne parlo, con tono leggero, e vedo lo stupore dipingersi sul volto di mia madre. Non solo non  ricorda nulla, nega decisamente che si siano verificati e perfino che siano stati possibili. Non insisto, non avrebbe alcun senso, a questo punto, continuare a parlarne. E mi viene da pensare che la memoria è selettiva, e sceglie cosa vuole ricordare e cosa no.Mi chiedo quali siano i criteri che  determinano ciò che deve essere conservato e ciò che deve essere rimosso e la riflessione si allarga, il pensiero va ai fatti che si sono commemorati proprio ieri, e mi torna in mente quello che ho letto nei commenti del post 1265 di SandaliAlSole . Mi accorgo che a livello individuale, non meno che a livello collettivo, ciò che ci mette in cattiva luce, che ci  procura una cattiva coscienza, o che semplicemente ci risulta ‘scomodo’ viene più volentieri scartato, mentre ciò che ci ha fatto soffrire rimane più a lungo impresso nel ricordo. I meccanismi sono gli stessi credo, sia che si tratti di memoria individuale che di memoria collettiva. Ma il dolore collettivo ci mette più tempo ad essere riassorbito.