A Room of One's Own

Un filo di lana (2)


A differenza di Occhiverdetevere io mi assoggettai di buon grado alle lezioni di mia madre. Non solo imparai a lavorare la maglia ai  ferri, ma frequentai con profitto anche la ‘scuola del lavoro’ che si teneva dalle suore, imparando a fare l’orlo a giorno a tovaglie e lenzuola, e a ricamare centrini a punto erba. I punti base dell’uncinetto li imparai da sola, seguendo le spiegazioni su un libro; quello che invece non riuscii mai ad imparare, e ancora me ne rammarico, è a cucire vestiti, cosa in cui invece riuscivano benissimo le mie sorelle.Impara l’arte e mettila da parte, mi diceva mia madre, ed infatti la discreta abilità che avevo acquisita  e che mi consentiva di realizzare maglioni con punti anche piuttosto elaborati e centri a punto rete dai disegni complicati, venne accantonata quando  pensai di cominciare a lavorare, senza per altro abbandonare l'università. Per molti anni non pensai più a gomitoli e a ferri, il tempo che non passavo in ufficio lo dedicavo a studiare,  poi un giorno mi balenò il pensiero che di tutto il mio lavoro, fatto solo di numeri e di conteggi, solo a pochi mesi di distanza non restava più nulla. Mi ricordai di un giorno in cui, passando in macchina con mio padre vicino a una palazzina, me la indicò e mi disse: questa l’ho costruita io, con mio fratello. E mi venne desiderio di dedicarmi a qualcosa che anche a distanza di tempo, a chi la vedesse, facesse pensare a me. Ripresi gomitoli e uncinetto, e del  confezionare coperte di lana ho fatto il mio hobby.