A Room of One's Own

Cui prodest?


Non ho mai frequentato gli stadi e capisco praticamente zero di sport, perciò non ho esperienza diretta di come si svolgono le cose. Però, parlando con amici che nel mondo sportivo sono piuttosto coinvolti, in quanto hanno incarichi di rilievo nell'ambito di una federazione, mi sento dire cose che assomigliano molto a quelle che espone reduced_noise nel post n. 1278 di SandaliAlSole.: la polizia e le federazioni conoscono benissimo nomi e cognomi dei cosidetti ultras, sarebbe facilissimo tenerli fuori dagli stadi ma non si fa. In questi giorni,  durante una trasmissione in televisione ho sentito anche un dirigente della federazione calcio dire praticamente la stessa cosa Stando così le cose, mi sembra legittimo chiedersi: cui prodest? , perché vengono lasciati agire, a chi fa gioco questo stato di guerriglia perenne? Perché una partita di calcio deve richiedere un dispiegamento di uomini e mezzi come se il paese fosse invaso? che, detto per inciso, oltre al costo di vite umane, che non si quantificano ovviamente in termini di denaro,  c'é anche un costo per la collettività  che si trova a pagare  tutti questi uomini e mezzi che vengono impiegati in ogni città in cui si svolga una partita, ogni settimana che dura il campionato,  per tenere a bada un manipolo di scalmanati che sarebbe tanto più semplice mettere in condizione di non nuocere facendoli stare a casa. Cosa impedisce che vengano fermati?  Il rispetto di qualche libertà che viene loro riconosciuta, immagino, anche leggendo le parole di un on.Caruso  che  difende gli ultras e trasforma il poliziotto in colpevole, perché, in quanto appartenente alla Polizia ‘[…] manganella nel mucchio, chi trova trova, e se trova un ragazzino che non c'entra e inciampa […] non esita’ . Suona implicitamente come una conferma e fa uno strano effetto leggere queste dichiarazioni, solo a poche ore di distanza dall’aver sentito l'intervista fatta a un poliziotto ferito, nel corso di un tg, nei giorni scorsi. Affermava che i teppisti che hanno scatenato la guerriglia di Catania,  “volevano noi” , proprio così ha detto... in altre parole, la partita era un pretesto, l'obiettivo era cercare lo scontro con la polizia, evidentemente vista come rappresentante di qualcosa che si vuole negare e combattere. Leggendo nel  post 260 di Pelino55 come queste bande si preparino all’evento ("Da un lato del tavolo i capi ultrà interisti, dall'altro i capi ultrà milanisti: ci si mette d'accordo su tutto, […] anche se scontrarsi con la polizia e in quale misura" ) posso pensare che quelle del poliziotto non fossero solo le parole di un uomo sotto shock dopo aver visto il collega morto. E anche se forse le etichette di ‘destra’ e ‘sinistra’ che Pelino55 applica sono solo un modo di distinguere uno  dall’ altro due gruppi del tutto simili tra loro, mi viene il dubbio che forse continuare a far finta che sia una questione sportiva é solo un modo per  eludere e non risolvere il problema.