A Room of One's Own

A Pasqua


La digestione, lenta dopo l’abbuffata del pranzo di Pasqua, invogliava a starsene tranquillamente seduti e a tirar tardi, la bella giornata invitava a stare all’aperto, così ci siamo sistemati all’ombra di un albero, sull’aia della  cascina di mia sorella, chiacchierando del più e del meno. Si finisce a parlare dei figli, e dei criteri sui quali impostare la loro educazione. Mia sorella ha due figlie adolescenti. Le due ragazze sono già uscite, son rimaste con noi giusto il tempo di stare a tavola, e poi son schizzate via, ché gli amici le aspettavano. Mia sorella racconta degli scontri con le figlie, del braccio di ferro continuo per  le uscite, per le persone da frequentare, per la scuola, per qualsiasi cosa. L'ascolto e penso che sono brave ragazze, e mia sorella fa la mamma a tempo pieno, ma il tempo passato non ha cancellato il ricordo dei  miei diciassette anni, e so che crescere è anche prendere le distanze dai genitori, e definirsi in contrapposizione a loro. Un gattino di poche settimane, un batuffolo di pelo bianco si accoccola in grembo. L'aria é fresca, ma il sole è caldo al punto giusto, e il cervello è in stand by. Mia cognata rimprovera la sua bambina, che si è tuffata a piè pari con le scarpe nuove nell’unica microscopica pozzanghera che ancora ricorda la pioggia caduta nella notte.Il pensiero va ai commenti letti di recente, a seguito del suicidio di quel ragazzo sedicenne. Mentre ascolto mia sorella mi ritorna in mente quello che scrive Mara2003 nei commenti al post di Tanksgodisfriday : “Nessuna legge da applicare uniformemente, ci facciamo guidare dal buon senso caso per caso…Ma siamo sicuri che sia il buon senso giusto? E soprattutto chi dà l’indice di misura del buon senso?”  Probabilmente ha ragione Tanksgodisfriday: ci vuole anche un pizzico di fortuna.