A Room of One's Own

Per Skyblus


Mia cara Rita, ho letto attentamente il tuo intervento nei commenti al post precedente e mi son presa tempo per rispondere, perché penso che meriti una risposta ragionata e non frettolosa: io sono lenta, lenta a pensare, lenta a scrivere, e devo trovare il tempo giusto per fare le cose, perciò mi scuserai se non ti ho risposto subito. Sono sostanzialmente d'accordo con te sul fatto che sul quesito in sè ognuno deve decidere secondo coscienza. Io pure come te mi sono informata, ho cercato di capire, mi sono confrontata  con il mio "sentire", con il mio percorso nella vita, e ho fatto la mia scelta sulla base non di convincimenti ideologici o di partito ma secondo la mia coscienza. Infatti nel post non ho scritto 'vado a votare perché ho deciso per il si, o per il no,’ questi son fatti miei, scelte mie che non intendo imporre a nessuno. Assolutamente d’accordo con te che questo quesito sia un fatto individuale,  un fatto di coscienza, non di appartenenza politica. A casa mia negli ultimi giorni se ne é discusso animatamente, le posizioni non erano uniformi, una mia sorella é decisamente schierata per il no, l’altra assolutamente convinta del si, e ti assicuro che ho stima e rispetto per entrambe. Detto questo, però, ti dico che l’astensione, pur se legittima da un punto di vista legale, non mi piace da un punto di vista di principio. Qualcuno ha detto che lo strumento del referendum é abusato,che ci son pochi quesiti che si prestano ad essere risolti con un semplice si e un semplice no, e che questo crea disaffezione verso lo strumento in sè. Tu stessa sostieni che con l’astensione affermi il tuo giudizio sul fatto che questo quesito non doveva neppure essere posto. Non sono d’accordo con questi atteggiamenti.Io penso che  la maggior parte delle leggi ce le troviamo confezionate e approvate da politici che, pur votati da noi, eletti a rappresentarci, sono tuttavia portatori di interessi di parte. Nel gioco della politica, una legge di solito é il risultato di una serie di compromessi e di mediazioni che quasi mai hanno qualcosa a che fare con i principi e la coscienza. Di tanto in tanto, qualcuno si prende la briga di venire a chiedere anche il nostro parere, e per una volta tanto ci viene data la possibilità di esprimerci nel merito di questioni più o meno essenziali, direttamente e non per il tramite di rappresentanti che distorcono secondo il proprio comodo il mandato che abbiamo dato loro di rappresentarci. Questo avviene tramite lo strumento del referendum. Per una volta, il destino di una legge può essere deciso da ciò che io, non da sola ma insieme a tutti gli altri cittadini, penso nel merito, e non dagli interessi di una lobby o dal compromesso che il partito fa cedendo su un punto perché gli serve l’appoggio dell’altro partito su un altro aspetto di un’altra legge. Una volta tanto é la valutazione della mia coscienza a poter essere fatta valere. E mi sembra davvero triste che, non andando a votare, tanti cittadini sminuiscano il valore dello strumento referendario, fino a far dire che i referendum non dovrebbero essere più fatti, perché alla gente non interessa.Con altrettanta amicizia e tolleranza, Anna.