A Room of One's Own

La bella la va al fosso...


In parte alla casa  c’era un piccolo orto, cintato con una rete metallica sulla quale fiorivano rose rampicanti, roselline selvatiche , semplici, con solo un giro di petali; e in parte all’orto, scendendo un paio di gradini si accedeva al fosso... questo costeggiava per tutta la sua lunghezza la stradina sterrata che arrivava fin davanti al cancello del cortile, passava sotto la strada e riemergeva in parte all’orto, per poi proseguire il suo corso sul retro della casa.In alcuni punti, sulla riva del fosso erano sistemate delle lastre di pietra sulle quali le ragazze del vicinato si inginocchiavano a lavare i panni, facendo attenzione quando li immergevano a non farli scivolare dalle mani, perche’ l’acqua li avrebbe trascinati via. Stavo ad osservarle, a volte, nelle calde giornate d’estate, seduta sulla pietra e con i piedi nell’acqua, troppo piccola ancora per quel lavoro, ma affascinata dai gesti, dalla maestria con cui le vedevo insaponare e  spazzolare,  risciacquare e strizzare.Oggi, il fosso é stato coperto, e la strada allargata e asfaltata, ma a volte quando passo, ricordando come era, ripenso a una canzone che cantavamo: La bella la va al fosso.Ravanel, gremolass, barbabietole e spinassTre palanche al massLa bella la va al fosso, al fosso a resentar...