A Room of One's Own

Vecchi cortili dove il tempo non ha età...


La casa sul confine della sera oscura e silenziosa se ne sta, respiri un' aria limpida e leggera e senti voci forse di altra età...L’aia davanti alla casa d’estate si trasformava in una distesa di grano...non spighe di grano nei campi, ma il grano già trebbiato, i chicchi staccati dallo stelo e distesi sull’aia della casa di mio nonno ad asciugare al sole, prima di essere chiusi nei sacchi e portati al mulino.Una festa per noi bambini camminare a piedi nudi su quella ‘spiaggia’ color miele, lo strato di grano cedevole sotto il nostro peso come la sabbia in riva al mare,  i piedi che affondano nel grano che si richiude ad abbracciare le caviglie... e poi tuffare le mani nei chicchi, caldi sotto il sole, farli scorrere fra le dita e sentirne il profumo, assaggiarne il sapore..Sul finire dell’estate invece era il granoturco a venire scaricato dai carri, le pannocchie ancora avvolte dalle brattee, e allora le donne si sedevano in circolo,  a ‘scarfogliare’ ,  e poi a sgranare le pannocchie dorate, mentre  dal cortile della casa di fronte, dove era sistemato un essiccatoio, si spandeva nell’aria il profumo caldo e buono del granoturco messo a seccare. Succedeva a volte che  la nonna accendesse il fuoco nel grande camino nella sua cucina, e allora si facevano i fu-fuch: così chiamavamo le pannocchie non del tutto mature che si abbrustolivano sulle braci per poi mangiarle.Ora non esiste più nulla di tutto questo. Le vecchie case sono state ristrutturate e convertite in confortevoli dimore fintamente rustiche, nelle aie trasformate in giardini il grano non viene più steso a seccare, e l’estate non ha più lo stesso profumo.La casa sul confine dei ricordi, la stessa sempre, come tu la sai e tu ricerchi là le tue radici se vuoi capire l'anima che hai.