A Room of One's Own

L'uovo


"Che importa se sei nato in un pollaio, se sei uscito da un uovo di cigno?" mi scrive brenca nei commenti al mio post 206. Questa domanda mi ha fatto ricordare una storiella che ho letto tempo fa nel blog di Madame_de_Tourvel. La riporto, tradotta molto liberamente, perché temo che il mio francese sia alquanto approssimativo. Credo comunque che il senso sia rispettato. Eccola:<< C’era una volta un giovane guerriero che prese un uovo dal nido di un’aquila e lo mise a covare nel pollaio. Quando l’uovo si schiuse, ne uscì l’aquilotto e crebbe in mezzo ai pulcini,  beccando il proprio cibo come gli altri suoi compagni. Un giorno, guardando in alto, vide un’aquila che volteggiava sopra di lui. Sentì fremere le proprie ali, e disse a uno dei polli : “come mi piacerebbe fare altrettanto!” “ non essere sciocco, rispose il pollo, solo un’aquila può volare così in alto”  Vergognandosi del proprio desiderio, la piccola aquila tornò a razzolare, e non rimise più in discussione il posto che credeva di aver ricevuto su questa terra.>>La risposta pertanto alla domanda iniziale, è quella che ho già scritto nel commento citato: il luogo dove si nasce ci dà l’imprinting, qualunque sia l’uovo da cui si esce, e condiziona inevitabilmente il modo in cui si percepisce sé stessi e il proprio posto nel mondo. Poi, certamente, le circostanze della vita potranno anche correggere alcune impostazioni, ma anche le circostanze che si potranno vivere, e che apporteranno tali correzioni, non saranno, in buona sostanza, il risultato delle condizioni iniziali,  come dicevo nel post precedente,  a cui dunque si dovranno comunque far risalire anche le correzioni di rotta successive?