A Room of One's Own

Chi paga il conto? (2 di 2)


Qualcuno ha detto che tutti vogliono tornare alla Natura ma nessuno ci vuole andare a piedi, perciò non stupisce che paesi come la Cina si oppongano a interventi che limitino la loro libertà di inquinare: il processo di industrializzazione selvaggia che sta vivendo mal sopporta i vincoli e le limitazioni che la salvaguardia della salute del pianeta richiederebbe, e poco importa se il prezzo della corsa allo sviluppo economico sia l’estinzione del delfino dello Yangtze o una diminuzione fino a solo 43 anni delle aspettative di vita dei suoi vigili urbani.   Per contro ci sono invece paesi come le Maldive che si stanno accorgendo che rischiano di scomparire, sommersi dall’innalzamento delle acque, se il processo non si inverte.    Intanto, in attesa della conferenza di dicembre organizzata dall’Onu,  in Italia si terrà il 12 e 13 settembre, organizzata dal Ministero dell’ambiente,  una conferenza nazionale per analizzare sia dal punto di vista scientifico che socio-economico i maggiori rischi presenti sul nostro territorio (desertificazione, ghiacciai e aree a rischio di deglaciazione, dissesto idrogeologico, laguna di Venezia e Alto Adriatico e ambiente marino-costiero in genere ) oltre ai pericoli per la salute connessi ai cambiamenti climatici.     Continuo a sperare che alla fine di tanti discorsi, qualche decisione si riesca anche a prenderla,  perché alla fine, come ci insegnano gli economisti, non è che facendo finta di non vedere il problema si risparmino dei soldi: semplicemente si fa pagare il conto a qualcun altro.