A Room of One's Own

La grande muraglia


Quando l'ultima fiamma sarà spenta, l'ultimo fiume avvelenato, l'ultimo pesce catturato, allora capirete che non si può mangiare denaro.(Toro Seduto)Domenica scorsa, mentre trafficavo in cucina per preparare il pranzo ascoltavo un documentario avente ad oggetto la Grande muraglia cinese. Mi colpivano soprattutto i tempi di costruzione, secoli avanti cristo la prima parte, ad opera di una popolazione, quella dell’immenso territorio cinese, che all’epoca non era nemmeno pari a quella attuale dell’Italia. Come tutte le opere monumentali dell’antichità è stata edificata a prezzo di enormi sofferenze, con lavoro coatto di un numero sterminato di persone. A fronte di questo, soluzioni tecniche sia  dal punto di vista della struttura che per il tipo di materiali impiegati che stupiscono ancora per l’ingegnosità e l’efficacia e che hanno permesso alla costruzione di sfidare il tempo. Almeno fino ad oggi. Perché quello che non hanno potuto fare oltre duemila anni trascorsi sembra che riusciranno a farlo pochi decenni di ‘sviluppo economico’ selvaggio. Stando alle parole del portavoce del governo cinese, la Grande muraglia  sarà un’altra vittima da immolare sull’altare del progresso economico. D’altra parte, lo stesso capo del governo ha tenuto a rimbeccare il cancelliere tedesco che sollecitava un atteggiamento più rispettoso degli equilibri della natura : “I cinesi vorrebbero, come tutti, cieli azzurri, colline verdi e acque cristalline” ha affermato Wen Jiabao  “ma — ha aggiunto — il compito di ridurre le emissioni dei gas responsabili dell’effetto serra è più difficile in Cina che in Germania, perché ampie fasce della sua popolazione non hanno ancora raggiunto la crescita economica dei Paesi industrializzati.”  Mi torna in mente mia nonna, quando mi diceva che i soldi non li beccano neanche le galline. Ma forse i cinesi si.