A Room of One's Own

Penelope


"Ma se col pensiero volete misurare il tempo in stagioni, fate che ogni stagione racchiuda tutte le altre, E che il presente abbracci il passato con il ricordo, e il futuro con l'attesa."Il riferimento all'attesa contenuto nel passo di Kahlil Gibran riportato sopra che mi é capitato di leggere nel blog di Corsaramora, mi ha fatto pensare per associazione di idee ad un personaggio della letteratura, ma meglio sarebbe dire della cultura occidentale, che amo molto e che é nella percezione comune il simbolo stesso dell'attesa:PenelopeLa figura di Penelope é indissolubilmente legata a quella di Ulisse: lui é comunemente visto come l’archetipo dell’uomo  attivo, che viaggia , che lotta, mentre Penelope é comunemente vista come un essere passivo, che trascorre la vita nell’attesa del ritorno dello sposo. Per come le vedo io, le cose stanno un po’ diversamente. La storia di Penelope e Ulisse comincia quando il padre di lei convoca la nobiltà dei dintorni per scegliere il partito più conveniente a cui dare la figlia. Ulisse non era un candidato appetibile: dal punto di vista del padre che quella figlia voleva scambiare al meglio altri potevano offrire condizioni e prospettive migliori. Ma Penelope sceglie Ulisse, e incurante della disapprovazione paterna  prende il suo velo, sale sul suo carro e se ne va con lui. Lo sceglie, e così facendo prende in mano la propria vita,  e afferma il diritto di decidere per se stessa, in un mondo e in un'epoca in cui le donne vivevano confinate nel gineceo, passando dalla tutela del padre a quella del marito.Quando Ulisse parte per la guerra, conduce una tenace battaglia contro chi vorrebbe usurpare, sposandola, il suo trono, ma  difendendo la casa di Ulisse dai Proci, difende prima di tutto le proprie scelte, e  il proprio diritto di  non essere una merce di scambio.Quando Ulisse ritorna e memore dell’avvertimento ricevuto nell’Ade non si fa riconoscere subito da lei, essa tuttavia gli regge il gioco, senza bisogno di parole capisce la situazione e gli organizza la gara con l’arco, fornendogli l’occasione e il modo per farsi giustizia. Quando tutto é finito, e la nutrice e il figlio la incitano a gettarsi tra le braccia di quel marito tanto atteso, non cede all’impeto delle emozioni e dei sentimenti, rimane invece salda sulle sue posizioni. La diffidenza di lui l’ha ferita, lei ha dimostrato di essere la sposa che lui ricordava, é stata all’altezza della sua reputazione,  ora che lui dimostri di essere quello che lei ha aspettato per vent’anni: gli tiene testa e lo sfida, pretende a sua volta una dimostrazione e solo quando lui le prova di non aver dimenticato gli affetti che li legarono si abbandona alla dolcezza degli abbracci e delle lacrime.Una donna forte Penelope, e Ulisse non sarebbe stato Ulisse senza Penelope.