A Room of One's Own

Pausa caffé


Il caffé con il suo profumo segna l'inizio della mia giornata, e scandisce poi il trascorrere delle ore: a quello bevuto appena sveglia, nella tazza grande con i biscotti della colazione, ne segue sempre un secondo prima di uscire di casa, poi un terzo arriva appena giunta  in ufficio, poi non può mancare quello dopo pranzo, e un altro ancora nel tardo pomeriggio. Infine, senza il caffé la cena non può dirsi conclusa.        Parafrasando la nota pubblicità, toglietemi tutto, ma non il mio caffé. Perciò ho trovato interessante la notizia che mi é capitato di leggere sul sito  dell’Ansa, che è il risultato di una ricerca a livello europeo alla quale ha partecipato anche l’Istituto Superiore della Sanità.     Sembra che il caffè  sia una mano santa per arginare la decadenza mentale legata all'invecchiamento. Stando a quello che ho letto, tre tazze al giorno di caffè, e le capacità cognitive dei nonni, memoria e capacità di apprendimento, ne risulterebbero sensibilmente migliorate e perfino il rischio di essere colpiti dal morbo di Alzheimer risulterebbe diminuito.          Il merito è della caffeina, ma anche delle altre sostanze conenute nel caffè, come il magnesio e gli acidi fenolici (non chiedetemi cosa sono, magari Vega Lyrae potrebbe venirmi in soccorso) che aumentano le proprietà antiossidanti nel plasma le quali forniscono un effetto protettivo contro i radicali liberi, responsabili dei danni ossidativi ai neuroni.  Ora mia mamma non potà più dirmi guardandomi con disapprovazione che sei caffè al giorno mi fanno male.click