A Room of One's Own

Settembre


Leggevo l'altro giorno il post n. 371 di Jazzyna, e concordo con lei nel dire che settembre, più del 31 dicembre rappresenta il giro di boa dell'anno. Le ferie sono finite un po' per tutti, si riprende il lavoro, si fanno programmi per l'anno a venire. Per dirla con Guccini:Settembre è il mese del ripensamento sugli anni e sull' età, dopo l' estate porta il dono usato della perplessità, Ti siedi e pensi e ricominci il gioco della tua identità, come scintille brucian nel tuo fuoco le possibilità... E mi torna in mente quella poesia di D'Annunzio che tutti abbiamo studiato a scuola, in cui a settembre i pastori si mettono in viaggio, lasciando i pascoli estivi diretti al piano.  Per associazione di idee ripenso alla  prima volta che un mio caro amico venne a casa, tanti anni fa, e gli capitò di  incappare in un gregge di pecore. Io abito in pianura e di pecore abitualmente non ce ne sono. Quel gregge  era solo in transito, diretto verso non so quale ignota destinazione, e quell'episodio é entrato a far parte degli aneddoti che a volte ricordiamo, con una punta di nostalgia per il tempo passato. Poiché ci incontrammo in un pomeriggio di settembre,  questa poesia mi fa pensare sempre a lui, e vorrei dedicargliela.Settembre, andiamo. È tempo di migrare.Ora in terra d'Abruzzi i miei pastorilascian gli stazzi e vanno verso il mare:scendono all'Adriatico selvaggioche è verde come i pascoli dei monti.Hanno bevuto profondamente ai fontialpestri, che sapor d'acqua natìarimanga ne' cuori esuli a conforto,che a lungo illuda la lor sete in via.Rinnovato hanno verga d'avellano.E vanno pel tratturo antico al piano,quasi per un erbal fiume silente,su le vestigia degli antichi padri.O voce di colui che primamenteconosce il tremolar della marina!Ora lungh'esso il litoral camminala greggia. Senza mutamento è l'aria.Il sole imbionda sì la viva lanache quasi dalla sabbia non divaria.Isciacquìo, calpestìo, dolci romori.Ah perché non son io co' miei pastori?