A Room of One's Own

Il calore nella roccia


Con il prezzo del petrolio che viaggia intorno ai 100 dollari al barile, i telegiornali di stasera hanno sottolineato quello che ciascuno di noi  già prevedeva, anche senza l’imprimatur dei media: energia elettrica e gas per usi domestici sono previsti in aumento con percentuali variabili dal 2,5 al 4.60 per cento, nel corso del prossimo anno. Quando sento queste notizie mi tornano sempre in mente scene quasi apocalittiche viste in alcuni film, come quella nel Dottor Zivago, dove appena il protagonista esce di casa il fuoco nel camino viene spento, per risparmiare la legna, mentre tutti gli abitanti della casa intirizziti cercano di far fronte ai rigori dell’inverno moltiplicando gli strati di cappotti e coperte  Certo non siamo ancora a questi livelli di disperazione ma d’altra parte la dipendenza dell’Italia dall’estero per rifornimenti di combustibile è una delle fragilità che caratterizzano il nostro paese. Il problema non è ovviamente solo nostro. Leggevo nei giorni scorsi che i rappresentanti della Ue sono molto interessati a ridurre la dipendenza dell’Europa dal gas russo, e per questo motivo c’è una intensa attività diplomatica per indurre un paese che di gas è ricchissimo, il Turkmenistan, a costruire un gasdotto che porti il gas all’Europa, attraverso il mar Caspio. Non so se il progetto andrà in porto, ma nel frattempo ciò che è invece stato realizzato è un innovativo progetto per produrre energia elettrica sfuttando il calore immagazzinato nelle rocce degli strati profondi della terra. Non sono un ingegnere e non saprei spiegare i dettagli tecnici dell’operazione, ma da quanto leggo una azienda Bresciana ha realizzato in Alsazia un impianto geotermico che produrrà energia senza l’impiego di combustibili fossili ma sfruttando il calore della terrache va a prendersi a 5000 metri di profondità. Quello realizzato è un impianto pilota, che produrrà 1,5 MWel di energia, che sarà immessa nella rete nazionale francese, ma è previsto che entro il 2015 altri ne seguiranno, fino ad aumentare la potenza disponibile fino a 20MWel.   Spesso si sentono discorsi del tipo che le riserve di petrolio non sono eterne, e da questa premessa si arriva di solito a sostenere la necessità di costruire centrali nucleari per far fronte al fabbisogno di energia. A me questa prospettiva ha sempre messo addosso una bella dose di inquietudine. Ora, leggendo di questa nuova tecnologia,  non posso che rallegrarmi : saranno queste centrali geotermiche l’alternativa alle insidiose centrali nucleari?