A Room of One's Own

A lezione di felicità


Felicità raggiunta, si camminaper te sul fil di lama.Agli occhi sei barlume che vacilla,al piede, teso ghiaccio che s' incrina;e dunque non ti tocchi chi più t'ama.Così cantava Montale, sottolineando la fragilità di una condizione che tutti cercano ma che difficilmente si lascia raggiungere. Già la stessa definizione risulta difficile. Se mi chiedono ‘sei felice’ io rispondo ‘sono serena’, anche per l’incapacità di mettere a fuoco in cosa far consistere per me oggi come oggi la felicità .Ci pensavo leggendo un articolo nei giorni scorsi, in cui si affermava che la felicità viene dall’accettare i propri limiti, riconoscendo che non si può essere perfetti. Sembra infatti che i perfezionisti abbiano una elevata probabilità di accumulare frustrazioni che inevitabilmente li faranno sentire molto infelici. Chiaramente cercare l’eccellenza non è un disvalore in sé stesso, anzi in alcuni campi è addirittura una presupposto necessario: nel lavoro,  tanto per dirne una,  chi si affiderebbe ad un medico che non cercasse di dare il meglio nella propria professione?  È  quindi una questione di misura, un saper distinguere quando e dove conviene essere rigorosi e dove invece è bene saper essere indulgenti. Un equilibrio che non è così facile da ottenere, tanto che si sta cominciando a pensare di istituire dei corsi ad hoc, per insegnare questa tecnica nelle scuole. Al Wellington College  di Crowthorne , in Inghilterra, sono convinti che questa sia la via da percorrere e le lezioni di 'felicità'  saranno complementari a quelle di religione per  insegnare ai ragazzi i segreti dello ‘star bene con se stessi e con gli altri.’, mentre istituzioni prestigiose del calibro della Harvard University istituiscono corsi di Psicologia Positiva, dove vengono insegnate teorie e tecniche del ‘well- being’’.  La felicità, dunque, dopo essere stata indagata da filosofi e poeti, viene ora affidata alle cure degli psicologi, che lungi dall’incoraggiare sentimenti di esaltazione emotiva, con i quali fino ad oggi avevo romanticamente identificato la felicità,  fanno della felicità una questione di autostima, empatia, creatività e ottimismo. Ma perché, più la guardo, più questa felicità mi sembra che somigli  alla ‘serenità’ ?