A Room of One's Own

Maglioni


Mia mamma aveva la passione del lavoro a maglia. Questo pensiero mi affiora leggendo il post di Odio_via col_vento. Una associazione di idee, dovuta probabilmente al fatto che in quel post si parla di maglioni. In uno dei ricordi più remoti della mia infanzia compare lei con un paio di ferri e un gomitolo che mi insegna il modo in cui si esegue il lavoro. Non appena aveva a disposizione un po’ di lana, ogni minuto era buono per lavorarla, ogni altra attività le sembrava una inutile distrazione e finché il maglione non era finito non aveva tregua, svegliandosi all’alba per sferruzzare e dimenticandosi dell’ora in cui andare a letto. Non faceva solo maglioni per tutta la famiglia, la sua sollecitudine si estendeva anche alle bambole, che vestiva di abiti e scarpine fatte a maglia.  Per un certo periodo la sua passione mi contagiò e ricordo che negli anni della scuola  mi confezionai dei maglioni molto belli con  la sua supervisione. Vedendomi così ben intenzionata, arrivò a comperare una macchina per maglieria, una di quelle macchine per uso familiare,  con la malcelata speranza che quello della magliaia potesse diventare un giorno il mio lavoro.  Quella macchina imparai solo io ad usarla,  e dopo qualche esperimento di poco impegno mi lanciai nella realizzazione di un pullover per mio papà.  Il risultato devo dire non fu così soddisfacente come avrei voluto, e la macchina venne presto lasciata da parte, allo stesso modo in cui  quando cominciai a lavorare io lasciai da parte ferri e lana.Per mamma invece rimasero una passione fino all’ultimo, e tra le cose che non butterò, ora che il suo armadio dovrà essere vuotato, ci sono i suoi golf. Così freddolosa come sono non andranno certo sprecati. Anche ora che sto scrivendo me ne sono infilata uno, caldo e avvolgente, quasi un abbraccio.