A Room of One's Own

Sacchetti


Sessanta milioni di barili. Tanto è il petrolio che ogni anno viene destinato alla produzione del polietilene da cui si ricaveranno i sacchetti di plastica con cui ci portiamo la spesa a casa. Non so esattamente quale sia la quotazione odierna del barile, ma certo i quattro centesimi che pago il sacchetto al supermercato non danno immediatamente la percezione del mucchio di soldi che se ne vanno ogni anno per questa cosa. Il sacchetto di plastica ha fatto la sua comparsa insieme alla spesa al supermercato, e all'inizio  quel prenderne  alla cassa quanti te ne servivano ( e senza doverli pagare)  riassumeva in sè tutta la filosofia di quel nuovo modo di fare la spesa, così radicalmente diverso per modalità e per tempi da quello a cui si era abituati fino ad allora.Quando io ero bambina infatti fare la spesa era un rito celebrato quotidianamente e in ogni casa c’era una borsa apposita da utilizzare per questo scopo. Il supermercato è tutto sommato una invenzione recente. Ricordo quando apparve il primo, nella nostra zona: fu una zia a parlarcene, magnificandone la convenienza dei prezzi, ma per diversi anni per noi fu solo un luogo mitico e fantasticato, perché troppo lontano da casa e nessuno, tranne papà, aveva la patente, ed era escluso che papà potesse anche solo prendere in considerazione l’ipotesi di portarci. Quando finalmente a diciannove anni fui motorizzata, munita non solo di patente ma anche di una cinquecento tutta mia, la trasferta al supermercato divenne abituale: non più di una volta al mese, però, perché inevitabilmente si usciva con il carrello stracolmo, e solo dopo aver incassato lo stipendio del mese mamma osava affrontarne la spesa. Solo in tempi recenti il meccanismo si è modificato, al punto che ormai vado al supermercato anche solo a prendere due panini e un poco di frutta: probabilmente perché oggi come oggi, ho più supermercati che negozi nelle vicinanze dell'ufficio, e nessun negozio mi offre la comodità dell’orario continuato come trovo invece al supermercato. Le borse di plastica, però, ho cominciato ad abbandonarle: alcuni mesi fa all’Esselunga, con la tessera per l’autolettura dei prezzi, mi hanno fornito anche una grande borsa di nylon. La trovo scomodissima da usare,  così grande e informe come é, e infatti rimane regolarmente in macchina; ma il fatto di poter infilare le cose in borsa man mano che le prendo dagli scaffali senza doverle poi ritogliere alla cassa perché il prezzo è già stato letto mi ha portato a riesumare la vecchia borsa della spesa che c'era a casa e che mamma non aveva mai del tutto abbandonato. Quando anche in Italia, come già si sta facendo in altri paesi, verranno proibite, delle buste di plastica non credo che sentirò la mancanza.