A Room of One's Own

'Il dottor Livingstone, suppongo...'


“Poi mi spieghi per bene dove è il posto, perché lo sai che il mio senso dell’orientamento tende a zero  da sinistra”. Così scrivevo qualche giorno fa a d una amica che sta organizzando una cena tra amici in un ristorante in cui non sono mai stata, in un paese qui nei dintorni. La mia mancanza di senso dell’orientamento è oggetto di battute tra quelli che mi conoscono e si raccontano aneddoti sull’argomento, come quando ho chiesto la strada ad un passante per andare da Piazza Vittoria a Piazza Loggia. Per chi non fosse di Brescia dirò che  le due piazze sono contigue, e all'epoca del fatto lavoravo in città da circa vent'anni.La mancanza di senso dell’orientamento si somma al mio essere ‘diversamente abile’ in fatto di guida, e questo spiega perché solitamente, quando devo andare in qualche posto che non conosco, finisca col parcheggiare a chilometri di distanza. La giustificazione che cerco di far passare è che mi piace camminare, la  motivazione vera è che a piedi, se sbaglio strada posso semplicemente tornare da dove sono venuta percorrendo la stessa strada a ritroso, in macchina basterebbe un senso unico a confondermi e potrebbe diventare estremamente problematico riuscire non dico a trovare il posto, ma anche solo tornare a casa.. Fino ad ora mi consolava il pensiero che fosse dovuto al corredo genetico femminile una minor capacità di orientarsi, anche se tra le mie conoscenze non mancano esempi del contrario, ma oggi, leggendo un bell’articolo pubblicato su una rivista scopro che la storia è piena di donne che furono esploratrici. Fino ad oggi i loro nomi mi erano del tutto sconosciuti: Maria Sybilla Merian, Mary Wortley Montagu, Ida Pfeiffer, Alexandra David-Neel, per dirne alcuni, che viaggiarono e ‘scoprirono’ il mondo in epoche in cui credevo che alle donne fosse del tutto preclusa questa attività. Per qualche motivo però i loro nomi non sono diventati famosi come quelli di colleghi maschi loro contemporanei, e mi chiedo se il velo dell’oblio con cui sono stati coperti  non sia da ricondursi ad un giudizio di ‘sconvenienza’ sulle loro scelte di vita.