A Room of One's Own

La gloria e la chiesa di Adro


Dalle mie parti si usa la frase  ‘lavorare per la chiesa di Adro’,  e di solito l’espressione é usata in senso negativo, per indicare sostanzialmente che non si sta lavorando ‘gratis et amore dei’, ma che in contropartita del proprio lavoro si desidera ricevere una remunerazione, di qualche tipo. Questo genere di aspettativa però negli ultimi anni sembra essere sempre più impopolare, e del tutto fuori luogo se  riferita a soggetti mediamente giovani. E’ invece la norma negli ultimi tempi  che  specialmente  a giovani laureati,  vengano proposti periodi di ‘stage’ più o meno lunghi, spesso anche ripetibili, a zero euro, e senza alcuna prospettiva di consolidare alla scadenza la propria posizione nell’ambito dell’azienda ‘beneficiaria’ della prestazione.  In questo genere di situazioni mi capita di imbattermi con una certa frequenza, da ultimo proprio in questi giorni l'offerta di collaborazione gratuita é pervenuta da parte di una casa editrice milanese al figlio di un collega, e  la cosa non mi sorprende più. Quello che invece ancora non  mi era mai successo di vedere e di fronte a cui sono rimasta letteralmente allibita é quello che mi é capitato sotto gli occhi stamattina: un concorso dove i partecipanti devono proporre idee e progetti per il sito di una trasmissione che va per la maggiore su un canale televisivo nazionale. Un concorso che alla fine, al termine di una selezione, produrrà un vincitore, il quale otterrà, come premio, stando al bando che  ho  letto, nient’altro che la soddisfazione morale di aver vinto, e la segnalazione del proprio nome tra i  credits del sito web della trasmissione. Quello che si dice, lavorare per la gloria!!!