A Room of One's Own

Il nome e la rosa


What’s in a name? that which we call a rose   By any other name would smell as sweet.    Così scriveva Shakespeare qualche secolo fa, nell’atto II della sua opera probabilmente più famosa, Romeo e Giulietta. Per dire che la sostanza delle cose non è condizionata dal nome con cui vengono indicate. Per dire che anche se cambio il termine con cui indico una cosa, quella cosa non smetterà di essere quello che è. Questa elementare evidenza sembra non essere compresa però dall’attuale ministro dell’interno, che si affanna a dichiarare che prendere le impronte digitali ai bambini sulla base della appartenenza aduna certa etnia piuttosto che ad un’altra non è ‘una schedatura etnica’. Va bene. Chiamiamola pure in un altro modo. Ma la puzza che emana rimane la stessa.