A Room of One's Own

Aisha


La notizia mi è capitata sotto gli occhi ieri mattina, girando in rete, e un senso di sgomento mi è calato addosso. Non smetto di pensarci, non posso capacitarmi che sia successo davvero, e che centinaia di persone abbiano potuto restare inerti ad osservare accadere questo fatto senza  esserne inorridite, senza tentare di opporvisi. Una scena che sembra uscita pari pari dal romanzo ‘Il cacciatore di aquiloni’, e ricordo il senso di angoscia che mi aveva pervaso quando lo lessi, ma, mi dicevo,  è solo un romanzo,  una invenzione dell’autore per costruire la sua storia. Ma Aisha non era il  personaggio di un romanzo. Aisha era una bambina di tredici anni, qualcuno ha avuto l’ipocrisia di sentirsi tanto giusto da scagliare la prima pietra contro di lei, e poi la seconda e la terza, e poi ancora e ancora decine di altre,  fino ad ucciderla.  Aisha  è morta per mano di coloro a cui aveva chiesto giustizia, e sono talmente disincantata e prevenuta da pensare che potrebbero averla uccisa proprio per coprire la loro stessa colpa, per eliminare per sempre chi avrebbe potuto accusarli dello stupro di cui era stata vittima. Non riesco a farmene una ragione e se un Dio esiste, prego e spero che là dove non può arrivare la giustizia degli uomini, possa arrivare la giustizia divina e che nessuna pietà ci sia per loro, perché essi non hanno avuto pietà per  Aisha