A Room of One's Own

Vanità


C’è un bambino che vuole adottarmi. Qualche giorno fa ha detto alla mamma che se non gli avesse permesso di venire a salutarmi prima di andare all’asilo se ne sarebbe andato via, a vivere da solo in un’altra casa.  Anzi, ripensandoci, sarebbe venuto a vivere da me. Poi, visto che la mamma ci restava male, ha corretto il tiro, e le ha detto che però qualche volta sarebbe tornato a trovarla. Credo di sapere il motivo di tanto trasporto verso la mia persona: mia sorella, che è la mamma del bambino in questione, me lo affida spesso al sabato mattina, e in quelle due ore che trascorriamo insieme lui ha tutta la mia attenzione: giochiamo, guardiamo i suoi cartoni animati, mi aiuta in cucina, insomma, sono a sua disposizione. Avesse qualche anno in più, una simile forma di egocentrismo sarebbe certo da scoraggiare,  ma con un bambino di quattro anni posso lasciare che la predilezione che mi manifesta  solletichi la mia vanità di zia.