A Room of One's Own

Un contributo di Nef29


Il commento che Nef29 ha lasciato al post.77 vale la pena di essere letto, a parer mio, e lo riporto qui di seguito, con il permesso dell'autrice. Eccolo: "Mi hai fatto pensare a un libro che ho letto. Una delle cose che ho studiato e che mi ha maggiormente stravolto è un esperimento socio-psicologico piuttosto famoso (che qui citerò per forza di cose molto brevemente e superficialmente) in cui si ricreava artificialmente una situazione in cui uno scienziato ordinava a una persona di inviare una serie di scosse elettriche consecutive e di intensità crescente ad un'altra persona, che si trovava in un'altra stanza. La presenza di alcuni fattori come: un'autorità che dà un ordine (lo scienziato), il senso di deresponsabilizzazione, la non visibilità del dolore arrecato, la ripetizione del gesto ecc ecc, facevano sì che la maggioranza delle persone coinvolte nell'esperimento (persone normalissime come me e voi) spingesse quel bottone, più volte, pur sapendo di infliggere un dolore molto forte a qualcuno. Un altro esperimento che ricordo, invece, rinchiuse un gruppo di persone in un laboratorio, suddividendole di fatto in kapò e vittime, al fine di studiarne il comportamento. L'esperimento stesso venne sospeso poichè molti degli individui messi nella condizione di poter fare qualsiasi cosa ad un'altra persona, dopo un po' di tempo, perdevano il senso del limite e iniziavano a dare letteralmente di matto... insomma: secondo le ricerche sperimentali (pochissime e molto discusse, sia chiaro) siamo (quasi)tutti potenziali kapò... Cosa voglio dire? quello che è accaduto non è stato un momento di follia collettiva, un evento lontano, estemporaneo, inspiegabile... quello che è accaduto mette a nudo una parte di noi. Ci sono circostanze particolari che possono indurre persone normalissime a fare cose ignobili, quindi. E questo di fatto accadde ai tempi del genocidio degli ebrei, dentro e fuori dai lager. Io però vorrei, di queste esperienze, guardare anche a quegli individui, pochissimi, che si ribellavano alla logica dell'esperimento... quei, pochissimi, che si rifiutavano di premere il bottone. Se il contesto e una serie di fattori posso spingere a liberare il lato oscuro dell'uomo, sono però anche queste le condizioni in cui si evidenzia chi è veramente capace di resistere, di ribellarsi, di difendere i suoi fratelli... penso a chi diede la vita per nascondere Anna Frank, per esempio. La frase di Guccini dice questo, infondo: da che parte ci saremmo schierati noi?... e questo è l'aspetto più difficile da digerire, quello su cui riflettere... quello che ci mette in discussione tutti quanti."