A Room of One's Own

STREGHE O STREGONI?


Una serata che non dimenticherò.Sabato sera sono andata a cena in un ristorante marocchino.Il personale era arabo ma il gestore era un italiano; scoprirò più tardi che si trattava di un ex filosofo, ex antropologo, ex docente di storia delle religioni, appassionato di cultura mediorientale che a un certo punto della sua esistenza aveva deciso di dare una svolta radicale alla sua vita.Si avvicina al nostro tavolo con fare leggermente alticcio, e chiede il mio nome.“Un nome biblico” mi risponde;  e farfuglia qualcosa sul significato etimologico, qualcosa che ascolto piuttosto distratta: “Grazia e perfezione nella spada di Dio” mi pare, o qualcosa del genere.Mi chiede di dove sono. “Strano” -mi dice-”i tuoi zigomi non appartengono a quella zona: tu hai sangue misto!”. Diffida sempre delle razze pure! Lo guardo perplessa. “Ho riconosciuto i tuoi occhi”-continua-“ il tuo sguardo è ambivalente; non ambiguo, bada, ma ambivalente. I tuoi sono gli occhi di una strega, ma una strega imperfetta. Hai molto potere in te, ma non ne sei consapevole, pertanto non lo sai usare. E’ da poco che hai cominciato ad acquistarne consapevolezza, per questo sei ancora imperfetta” Rido divertita, avendo la certezza di possedere tutti i difetti di questo mondo tranne quello invidiabile di essere una strega. Noncurante della mia risata, continua  a parlarmi: “Tu ti trovi in mezzo al guado, sei a un bivio della tua vita; tutti quelli che vengono a chiedere aiuto da me sono ad una svolta della loro esistenza” Penso con una certa inquietudine che quest’uomo stava leggendo un po’ troppe cose nel mio viso e che se ero andata lì, era solo per cenare.Osserva il ciondolo a forma di goccia che porto al collo: “Ambra! L’ambra è il simbolo della vita….e della morte. Vedo ansia e paura nei tuoi occhi e sulle tue labbra: qualcosa sta per accadere!!”E qualcosa è accaduto. Qualcosa che aveva a che fare con la vita… e con la morte. E io ho avuto ansia e paura; molta ansia e molta paura. E quando ho paura divento cattiva e dico parole taglienti come la lama di un coltello, che pianto diritto nel cuore con una precisione microchirurgica. Parole indelebili, incancellabili, irrecuperabili.E ho ascoltato paroleParole che hanno messo completamente in discussione molti dei miei punti fermi e del mio modo di relazionarmi con le persone.  Dopo tre giorni ci sto ancora pensando.Ma io davvero sono così?