A Room of One's Own

L'arte di amare, ovvero patate & cipolle


L’arte di Amare, di Erick Fromm,  lo lessi per la prima volta intorno ai 17 anni. Era il libro che il professore di religione che avevamo quell’anno  aveva scelto come testo da leggere e approfondire durante le sue lezioni. Credo che pochi libri abbiano influito come quello sul mio modo di essere: l’amore non come emozione estemporanea, ma come impegno e disciplina, da coltivare e scegliere come stile di vita. Concetti indubbiamente molto cristiani, ma sostenuti con motivazioni del tutto ‘laiche’.Istintivamente mi spaventa ogni forma di integralismo: e quindi in linea di principio sono d’accordo con quello che sostiene Lupopezzato nel suo post n.122: Ma ho una natura molto pragmatica, é uno dei miei tanti limiti;  difficilmente riesco ad esaltarmi per le questioni di principio, e finisco sempre per dar molto più peso alla mia esperienza rispetto ai discorsi teorici.E mi chiedo quale altro professore avrebbe avuto la capacità di proporre quel genere di discorso: quello di letteratura? quello di storia? nessuno di loro ci fece mai neppure una lezione di educazione civica, avrebbero saputo farci una lezione di educazione sentimentale? Di fatto non ricordo che durante quelle lezioni si sia mai parlato dei dogmi della fede cattolica, quelli li ho appresi alle lezioni di catechismo, in tutt’altro luogo.Ma non di solo pane vive l’uomo, e credo che accanto alla storia, alla letteratura, e alla scienza, ci sia posto anche per una educazione ad alcuni principi, che sono tutt’altro che monopolio esclusivo di una o di un’altra religione. E ripensando alla mia esperienza, questi me li ha ‘insegnati’ il professore di religione.