Creato da lilith_0404 il 20/02/2005

A Room of One's Own

This is my letter to the world, That never wrote to me, The simple news that Nature told, With tender majesty. Her message is committed To hands I cannot see; For love of her, sweet countrymen, Judge tenderly of me!

 

Messaggi di Giugno 2008

Il nome e la rosa

Post n°310 pubblicato il 27 Giugno 2008 da lilith_0404

What’s in a name? that which we call a rose  
By any other name would smell as sweet.

  

 Così scriveva Shakespeare qualche secolo fa, nell’atto II della sua opera probabilmente più famosa, Romeo e Giulietta.

Per dire che la sostanza delle cose non è condizionata dal nome con cui vengono indicate. Per dire che anche se cambio il termine con cui indico una cosa, quella cosa non smetterà di essere quello che è.

Questa elementare evidenza sembra non essere compresa però dall’attuale ministro dell’interno, che si affanna a dichiarare che prendere le impronte digitali ai bambini sulla base della appartenenza aduna certa etnia piuttosto che ad un’altra non è ‘una schedatura etnica’.

Va bene.

Chiamiamola pure in un altro modo.

Ma la puzza che emana rimane la stessa.

 
 
 

Spagna batte Italia...

Post n°309 pubblicato il 24 Giugno 2008 da lilith_0404

La partita dell’Italia contro la Spagna non l’ho vista, lo ammetto: di calcio non ne capisco nulla, e se devo dire proprio tutta la verità trovo alquanto noioso vedere,  per dirla con le parole di un mio ex professore , ‘un gruppo di giovani maschi che sgambettano in mutande dietro a una palla su un prato’.  

E ieri, giusto per poter sfottere un po’ un collega che sapevo essere stato incollato davanti al televisore, aprendo internet ho cercato, come prima cosa, di sapere come la partita fosse andata. Preso atto del risultato, ho saltato a piè pari ogni altro articolo che in qualche modo vi facesse riferimento.

Stamattina però, ecco che aprendo la home page del sito de Il Sole24ore, sotto all’articolo della condanna Onu  a Mugabe, ne trovo un altro in cui la sfida calcistica viene assunta addirittura a simbolo di una sfida più ampia,   nell’economia come nella politica, che sarebbe in corso tra Italia e Spagna.

È lo stesso premier spagnolo, Zapatero, a stabilire il parallelismo.  “«Pochi mesi fa abbiamo superato un paese amico e caro come l'Italia in reddito pro-capite, ieri abbiamo fatto il sorpasso nel calcio»”: sono parole sue di fronte alle quali il giornalista italiano si consola sottolineando che però il Pil spagnolo quest’anno non andrà oltre il 2%, a fronte del 3,8% registrato l’anno scorso.

Non ricordo e non sono andata a controllare a quanto stiano le previsioni del Pil italiano, ma tutta questa vicenda mi fa tornare alla mente una competizione che tanti anni fa, quando ero ragazzina, opponeva il sindaco del mio paese a quello di un paese vicino, in una gara a chi si fosse dimostrato amministratore più capace e più efficiente.

Qui le dimensioni sono ampliate al livello di due grandi stati europei, ma leggendo mi viene solo da pensare che, gira e rigira, tutto il mondo è paese.

 
 
 

Nellie Bly

Post n°308 pubblicato il 22 Giugno 2008 da lilith_0404

Credo che tutti ci ricordiamo di Phileas Fogg, o per aver letto il libro di Jules Verne, o per averlo almeno una volta visto nei film che lo hanno avuto protagonista. Credevo che l'impresa di Phileas Fogg  fosse  solo, in definitiva, una invenzione letteraria,  come pure la scommessa da lui vinta di compiere il giro del mondo in ottanta giorni, 

Ma come spesso accade la realtà supera la fantasia .

Nellie Bly infatti  non é stata un personaggio letterario, ma una agguerrita  giornalista di New York che nel 1890 il giro del mondo lo portò realmente  a termine, non in ottanta ma in soli 72 giorni, ricevendo al suo ritorno una accoglienza trionfale dal pubblico che aveva seguito la sua impresa dai giornali.  A finanziarla fu infatti quello stesso Joseph Pulitzer che legherà il proprio nome al  prestigioso premio giornalistico che ancora oggi viene assegnato ai giornalisti più rinomati.

Al giorno d’oggi andare da un capo all’altro della terra non è più una cosa tanto difficile.  Anche se non è una impresa che abbia mai  compiuto personalmente, mi capita abbastanza spesso di sentirmi raccontare di terre che stanno dalla parte opposta del globo da persone che le hanno visitate per vacanza o per lavoro, e in aereo, il viaggio si fa ormai nel giro di un giorno.  Ma in un tempo in cui il giro del mondo è diventato una impresa alla portata di tutti, mi piace pensare che sia stata una ragazza a stabilire il record per prima.

 
 
 

La gloria e la chiesa di Adro

Post n°307 pubblicato il 19 Giugno 2008 da lilith_0404

Dalle mie parti si usa la frase  ‘lavorare per la chiesa di Adro’,  e di solito l’espressione é usata in senso negativo, per indicare sostanzialmente che non si sta lavorando ‘gratis et amore dei’, ma che in contropartita del proprio lavoro si desidera ricevere una remunerazione, di qualche tipo.

Questo genere di aspettativa però negli ultimi anni sembra essere sempre più impopolare, e del tutto fuori luogo se  riferita a soggetti mediamente giovani.

E’ invece la norma negli ultimi tempi  che  specialmente  a giovani laureati,  vengano proposti periodi di ‘stage’ più o meno lunghi, spesso anche ripetibili, a zero euro, e senza alcuna prospettiva di consolidare alla scadenza la propria posizione nell’ambito dell’azienda ‘beneficiaria’ della prestazione.  

In questo genere di situazioni mi capita di imbattermi con una certa frequenza, da ultimo proprio in questi giorni l'offerta di collaborazione gratuita é pervenuta da parte di una casa editrice milanese al figlio di un collega, e  la cosa non mi sorprende più.

Quello che invece ancora non  mi era mai successo di vedere e di fronte a cui sono rimasta letteralmente allibita é quello che mi é capitato sotto gli occhi stamattina: un concorso dove i partecipanti devono proporre idee e progetti per il sito di una trasmissione che va per la maggiore su un canale televisivo nazionale.

Un concorso che alla fine, al termine di una selezione, produrrà un vincitore, il quale otterrà, come premio, stando al bando che  ho  letto, nient’altro che la soddisfazione morale di aver vinto, e la segnalazione del proprio nome tra i  credits del sito web della trasmissione.

Quello che si dice, lavorare per la gloria!!!

 
 
 

'Il dottor Livingstone, suppongo...'

Post n°306 pubblicato il 16 Giugno 2008 da lilith_0404

“Poi mi spieghi per bene dove è il posto, perché lo sai che il mio senso dell’orientamento tende a zero  da sinistra”. Così scrivevo qualche giorno fa a d una amica che sta organizzando una cena tra amici in un ristorante in cui non sono mai stata, in un paese qui nei dintorni.

La mia mancanza di senso dell’orientamento è oggetto di battute tra quelli che mi conoscono e si raccontano aneddoti sull’argomento, come quando ho chiesto la strada ad un passante per andare da Piazza Vittoria a Piazza Loggia. Per chi non fosse di Brescia dirò che  le due piazze sono contigue, e all'epoca del fatto lavoravo in città da circa vent'anni.

La mancanza di senso dell’orientamento si somma al mio essere ‘diversamente abile’ in fatto di guida, e questo spiega perché solitamente, quando devo andare in qualche posto che non conosco, finisca col parcheggiare a chilometri di distanza. La giustificazione che cerco di far passare è che mi piace camminare, la  motivazione vera è che a piedi, se sbaglio strada posso semplicemente tornare da dove sono venuta percorrendo la stessa strada a ritroso, in macchina basterebbe un senso unico a confondermi e potrebbe diventare estremamente problematico riuscire non dico a trovare il posto, ma anche solo tornare a casa..

Fino ad ora mi consolava il pensiero che fosse dovuto al corredo genetico femminile una minor capacità di orientarsi, anche se tra le mie conoscenze non mancano esempi del contrario, ma oggi, leggendo un bell’articolo pubblicato su una rivista scopro che la storia è piena di donne che furono esploratrici.

Fino ad oggi i loro nomi mi erano del tutto sconosciuti: Maria Sybilla Merian, Mary Wortley Montagu, Ida Pfeiffer, Alexandra David-Neel, per dirne alcuni, che viaggiarono e ‘scoprirono’ il mondo in epoche in cui credevo che alle donne fosse del tutto preclusa questa attività.

Per qualche motivo però i loro nomi non sono diventati famosi come quelli di colleghi maschi loro contemporanei, e mi chiedo se il velo dell’oblio con cui sono stati coperti  non sia da ricondursi ad un giudizio di ‘sconvenienza’ sulle loro scelte di vita.

 

 
 
 

Nomination

Post n°305 pubblicato il 08 Giugno 2008 da lilith_0404

John Brown giace nella tomba là nel pian
dopo una lunga lotta contro l'oppressor;
John Brown giace nella tomba là nel pian,
ma l'anima vive ancor…

Ero una ragazzina quando la cantavo,  durante le vacanze in colonia,  e nella mia testa di allora,  John Brown e Martin Luther King, si confondevano uno con l’altro, campioni di una lotta che non avrebbe potuto essere più lontana da me e dal mio mondo, e forse proprio per questo avvolti da un alone di romanticismo.
 

Qualche anno  dopo, ai tempi del liceo,  anche MalcomX si aggiunse al drappello di militanti made in USA nella lotta contro le discriminazioni, mentre film e libri continuavano a trasmettere l’immagine di una società in cui le legittime aspirazioni di integrazione sociale di una parte importante della popolazione si scontravano contro pregiudizi tanto radicati da essere codificati nelle leggi di numerosi Stati..
   

Qualcosa per altro deve essere cambiato negli ultimi tempi, senza troppo clamore, se un uomo come Obama ha potuto contendere  e strappare a Hillary Clinton  la nomination del Partito democratico per la corsa all’elezione alla più alta carica del paese.

 

Vero che esempi importanti del cambiamento li avevamo già avuti con Condoleeza Rice e con Colin Powell, ma da un punto di vista di immagine le cariche che loro hanno ricoperto non sono così ‘appariscenti’ come quella di ‘’Presidente degli Stati Uniti’’. 

    

Perfino io che di politica non ne capisco quasi nulla , alla gara tra Hillary Clinton e Barach Obama mi sono appassionata, perché, da osservatrice esterna e senza avere  alcuna nozione dei programmi proposti dai due contendenti sono stati solo i significati simbolici della sfida a catturarmi: una donna contro un uomo, ma , anche,  una persona di colore contro una bianca. 

   

E ora che Hillary Clinton ha riconosciuto ufficialmente la vittoria del suo avversario, mi appare ancora più  carico di significati simbolici il confronto fra il candidato democratico e quello repubblicano, tra il giovane senatore afroamericano figlio di una antropologa che fu una pioniera del microcredito  e l’anziano, anglosassone discendente di una famiglia di militari di carriera.

    

Per me che osservo la scena da lontano, è  chiaramente uno scontro tra due visioni del mondo, e pensando alle ondate xenofobe di casa nostra, mi chiedo se davvero i pregiudizi razziali negli Stati Uniti siano così acqua passata da consentire a Obama di farcela

 

Stelle del cielo non piangete su John Brown,
stelle del cielo sorridete con John Brown;
stelle del cielo non piangete su John Brown,
la sua anima vive ancor…

 
 
 

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