PensoQuelloCheDico

Il sapore dei ricordi


Davanti agli occhi scorrono come flash… fra il fumo di una sigaretta che brucia lenta e l’aria fresca della sera…Ricordi come foto seppiate… di quando ero bambina e abitavo in un altro quartiere, in una casa con lo stesso balcone di adesso… io che gioco… col filo e le mollette per parlare con i bambini del piano di sopra… i messaggi chiusi nelle mollette del bucato che salivano e scendevano dai balconi…I racconti di mamma… che per andare alle feste o al cinema, diceva a genitori troppo severi, che aveva i corsi di recupero a scuola… lei, che invece amava studiare e che andava bene a scuola…I racconti di papà, del periodo del collegio e di quando, con altri bambini andavano a rubare le derrate alimentari nel deposito dei tedeschi e rischiavano di morire sotto le sventagliate dei fucili…E nonno che mi raccontava del bombardamento di S. Lorenzo, si salvarono per miracolo con nonna… S. Lorenzo, ora che è così tranquillo, pieno di giovani e bambini, che giocano in bicicletta sulla piazza tirata a lucido… dove ci passo i pomeriggi per un thé o l’aperitivo a osservare persone di mille nazionalità diverse e di città d’Italia diverse… dialetti e risate che si mischiano alle gare di skate e alle session di jembé…Il caffelatte versato dal termos e le ciambelle calde che si mangiavano in spiaggia con i cugini… e io che mi domandavo quanto tempo mi ci sarebbe voluto per diventare abbronzata come loro… io che rimanevo sempre così chiara…In libreria, vizio che avevo sin da piccola, dove zia mi comprò il libro di favole che mi piaceva tanto… con quella copertina viola e le figure disegnate…Dolci ricordi dal sapore delle cassette dei pomodori S. Marzano, con cui tutti insieme facevamo la conserva per l’inverno, profumo che rimaneva in casa per tutto il giorno e che riscaldava, del calore di agosto, le sere fredde di dicembre, quando si aprivano i barattoli o le bottiglie per fare la pasta…Ricordi assorti di una notte passata a parlare e, dopo, a vedere l’alba sul belvedere a strapiombo sul mare di una Sicilia dagli odori, colori e rumori così familiari… fermarsi nelle strade arroventate dal sole di agosto a comprare le panelle calde, al chioschetto poco raccomandabile vicino alla spiaggia, dove ti dici che no, non ti sentirai male, solo perché ci va un sacco di gente, e se ci va un sacco di gente, saranno di sicuro buone e innoque…I pomeriggi delle liti in casa… quando studiavo, facendo finta di non sentire, per far passare il nervoso…Ricordi dolorosi che al solo riaffiorare fanno tremare inaspettatamente per la tensione nervosa, che portano con sé…E quel pomeriggio, quando mi misi in testa che nulla mi avrebbe fermato, nemmeno il traffico uncinato del centro per attraversare Roma e portargli i generi di conforto, in quel pomeriggio freddo, in cui la svogliatezza gli aveva permesso solo di rispondermi al telefono e ma non gli aveva fatto avere la forza di smorzare la mia ironica determinazione…Gli odori degli ospedali… un misto di brodino e aria calda stantia…La dolcezza di un abbraccio inaspettato sulla porta di casa…La vulnerabilità di settant’anni di vita e della sua paura di rimanere solo…Lo sguardo avido davanti alle dolci colline di Todi…L’odore dei krumiri per le vie di Casale e il rumore della neve che cade coprendo di un bianco silenzio il Monferrato…E i km percorsi alla scoperta di un mondo che va al di là di quello delle cartoline…Della piazza della Rotonda soffocata di gente, mentre si aspetta di finire la sigaretta abbracciati per tuffarci nel mare di lingue straniere…Odori, colori, sapori, sguardi… le cartoline di una vita… (foto S. C.)