PensoQuelloCheDico

Post N° 173


Non penso più.. o forse penso troppo e tutto si rincorre così velocemente nella testa, che alla fine non riesco ad afferrare niente…Rimane la sensazione, che non si traduce in parole… una sensazione muta, orfana, incompleta…Così tutto quello che vedo e che vivo, rimane chiuso…Appaiono solo frammenti sconnessi, senza un senso apparente e trovano la via per uscire, solo quando tutto si fa così assordante da non poterlo più sostenere dentro…Non imparerò mai a dosare tutto. Una volta pensavo di essere pacata, diplomatica… Col tempo ho imparato che quella è solo la punta di un iceberg, che sotto la superficie nasconde un continuo, incessante ribollire; mi hanno fatto notare che non sono così lineare come pensavo di essere… “Sono la più normale dei normali, quasi banale, e assolutamente noiosa”  l’ho sempre affermato con sincerità… Ma ora dubito… alla fine, è come se sentissi di avere un piccolo alien dentro… un’entità assolutamente indipendente… Forse sto impazzendo e non conosco le parole per descrivere questa pazzia… Lascio che i giorni mi scivolino addosso, mentre penso di fare tanta fatica per niente… come se quello che costruisco si sgretolasse, non appena mi giro o mi distraggo…Non penso più al futuro, o quanto meno non a quello lontano, non faccio progetti a lungo termine, perché tanto ho imparato che si disfano sempre all’ultimo momento e che gli imprevisti sono all’ordine del giorno…E quindi, mi domando… continuo a fare cosa? Non trovo parole, quando cerco di formularle o di fissarle, volano via… oppure sono così impercettibili da non riuscire ad afferrarle, come i monologhi del protagonista di “Spider” di Cronenberg… Probabilmente la risposta più ovvia che posso darmi è che il mio cervello si sia andato a fare una vacanza… beato lui, aggiungo io, almeno lui l’ha fatta… E mentre desidero vedere e visitare persone e luoghi, anche senza spostarmi di tanto… rimango sempre qui, bloccata, come le parole che non riescono ad uscire e i desideri che non riescono ad esser formulati, per paura di non poter essere realizzati o per la certezza che non si realizzeranno comunque…Solo la musica riesce ad aprirsi un varco in tutto questo; attraverso, questa compagna discontinua di vita, tento di mettere ordine alle sensazioni che non si fermano, ai pensieri che si muovono in loop; di calmare l’ansia che nasce dai doveri, che non mancano mai; e mentre mi lascio andare nelle canzoni, di artisti più o meno sconosciuti, nel cuore prendono forma tutte quelle dediche, per le persone alle quali voglio bene, per cui non riesco mai a trovare le parole.(foto S. C.)