PensoQuelloCheDico

Post N° 174


Sposta le buste. Uno scatolone dopo l’altro. Più che uno sgabuzzino sembra un magazzino. Di ricordi. Lo trova. Le mani si tuffano in quel piccolo tesoro. Toccano il cuoio marrone che riveste la vecchia macchina fotografica. E prende un oggetto dopo l’altro. Tutto è ordinatamente riposto. Suo padre era meticoloso per certe cose e le aveva riposte in un suo ordine preciso, qualche anno fa, dopo la morte della moglie.Apre una busta dopo l’altra, senza fretta con una strana sensazione di scoperta e di avventura. Ma anche piena di nostalgia, per tutte quelle cose che non potrà più sapere e farsi raccontare. Ricordi di una vita. Quarant’anni o forse più, raccontati con gli scatti, soprattutto in bianco e nero, discontinui nel tempo e nelle informazioni. Una volta non si era soliti scrivere nulla sul retro delle foto, a parte l’età dei figli, ma mai i loro nomi… o gli eventi… Guarda curiosa, i ricordi dei ricordi… le viene in mente di quando lei le sfogliava, da piccola…La mamma era bellissima. Quando si è sposata aveva 24 anni e i capelli corti, insolito per una sposa di quei tempi. Era bella col quel sorriso aperto e quel sorriso così dolce da riscaldare il cuore. Sfoglia le foto una dopo l’altra, e pensa che alla sua età la mamma l’aspettava ed era, sì, l’ultima figlia, ma anche l’unica femmina…Una scatola di latta. Non è chiusa. Dentro tante foto, del padre quando era poco più che ventenne. Sulla sua moto. Lo aveva sempre identificato con la generazione “Gioventù Bruciata”. Scatti della partenza, due moto affiancate, e poi flash di lui lungo il percorso per le vie della Roma anni 50: le gare, clandestine naturalmente. Si ferma, e pensa che, per fortuna, ha fatto in tempo a farseli raccontare gli stralci quei racconti di vita…Poi ride, incredula, non le aveva mai viste quelle immagini: il padre con gli occhiali da sole al mare, sembra il modello della pubblicità della Martini in bianco e nero, quella in cui c’era una Charlize Theron ancora sconosciuta, ma quella foto è di molti anni prima… e poi un’altra… e sorridendo, forse, capisce perché la mamma si sia innamorata di quell’uomo schivo, ma silenziosamente deciso, a tratti avventuroso.Ricordi, le sfilano via dalle dita uno dopo l’altro, ma si fissano nella mente e nel cuore i particolari, le piccole nuove scoperte. Ciò che la colpisce più di tutto è lo sguardo dei genitori. Sembrano veramente felici, anche se la vita per loro non è stata così semplice.
E le espressioni di lei… di lei da piccola… non se lo ricordava di esser stata così allegra e sorridente… ha sempre avuto la percezione che la sua timidezza la portasse ad essere schiva. Altre foto testimoniano questo cambiamento, è incredibile.. crescendo ritrova nelle foto insieme ai fratelli un sorriso sempre più incerto, a volte inesistente… Si nutre di tutto questo per l’intera sera. Fermo immagine di un’altra epoca, gli scherzi, la scuola, le ricorrenze. Poi le sue mani tornano su quella macchina manuale di altri tempi. Si domanda se funziona ancora e pensa che sarebbe perfetta per degli scatti in bianco e nero. Fissare nuovi momenti in una frazione di secondo. Creare nuovi ricordi.(foto S.C.)