PensoQuelloCheDico

 


N. 1 Palazzo del ventennio, marmoreo ed asettico, di un bianco che nasconde le imperfezioni... "da lontano fa una bella vicinanza" direbbe mio padre...Dentro una geometria ampia, forzatamente rimpicciolita dagli stand... resa caotica dalle persone che guardano, scoprono e comprano avide...Evaquare l'intero pianoSalgo lentamente le scale; sono anguste, strette e s'illuminano di passaggi ingannevoli: porte a vetri bloccate, come vicoli ciechi, che danno l'illusione di afferrare la meta...Salgo e salgo ancora... Le scale sempre più buie, incredibilmente portano al nulla... corridoi interrotti e abbandonati nel marciume della polvere e delle cicche per terra... Porte finestre... Si affacciano su un terrazzo enorme, quasi surreale... marmo da ventennio, su cui sono piantati degli ulivi... Tutto intorno, un cielo che non sa se abbandonarsi al pianto a dirotto o sorridere sbeffeggiando i passanti... Ripeto...Ordine di evaquazione per l'intero pianoFumo, in silenzio, guardando il panorama di muri di cemento e vetro: sfumature che vanno dal bianco al nero pece... e il cielo sopra ogni cosa è ancora indeciso fra il grigio e l'azzurro intenso... Il vento taglia i pensieri, li congela quasi entra in questo silenzio, ci fa un giro e lascia l'involucro deambulante privo di calore... In fondo al cunicolo, laggiù in basso persone brulicano di avida cultura...Il braciere sotto le scarpe, l'acqua delle pozzanghere di questo asettico giardino pensile.... Un passo incerto dopo passi certi... e un brivido di certa incertezza...Ripeto...Evaquare l'intero stabileMagnetico salire... vuoto ipnotico... vento siberiano taglia la faccia, scompiglia i capelli leggeri... apro le braccia e chiudo gli occhi... respiro il nulla gelido che mi circonda, mi abbandono al suo vorticare... volo insieme agli stormi liberi e prigionieri delle stagioni... prigioniera della gravità, dell'istinto che mi cattura e mi porta finalmente via....  Eseritazione terminataRipeto esercitazione terminata