Vivere per amare

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Riflessioni sulla liturgia dellaSolennità dell’Ascensione del Signore Gesù sale alla gloria del Padre ma continua a guidare la Chiesa.Il racconto della prima lettura è la descrizione dell’Ascensione. Gesù si stacca visibilmente dai suoi, ma affida loro una missione, quella di predicare, battezzare, fare miracoli nel suo nome e con il suo aiuto, come viene precisato nel Vangelo.Gli angeli, dopo l’Ascensione del Risorto, invitano gli apostoli a non attardarsi a guardare il cielo: l’avvenimento a cui hanno assistito non coinvolge solamente loro; al contrario da esso prende il via un movimento salvifico e missionario che sarà animato dallo Spirito Santo. Per la forza di questo Spirito il Cristo glorificato e costituito Signore universale, attira a sé tutte le sue membra perché accedano con Lui e per Lui alla vita presso il Padre.Gesù è presente in mezzo ai suoi principalmente in forma sacramentale ed ecclesiale: da questa presenza del Signore scaturisce la responsabilità e la missione della evangelizzazione.Tutto ciò si realizza ed è ritualizzato nella celebrazione eucaristica. L’assemblea che si riunisce per l’azione liturgica è già una testimonianza e un annuncio del Signore Gesù: Egli è presente con la Parola e con l’Eucaristia, realizzando la promessa “Ecco, io sono con voi tutti i giorni sino alla fine del mondo”.Tutta la creazione è presente simbolicamente nell’offerta del pane e del vino, “frutti della terra e del lavoro dell’uomo”. E soprattutto è presente nella preghiera eucaristica dove tutti noi “fatti voce di ogni creatura”, cantiamo l’inno di grazie a Dio, da cui tutto viene, in cui tutto vive e a cui tutto ritorna.Il pane e il vino su cui pronunciamo il nostro rendimento di grazie appartengono già ai cieli e terra nuova, perché sono il Cristo glorioso e vivente: chi mangia la sua carne e beve il suo sangue è già, nella speranza, proiettato in questa realtà del cielo.