Vivere per amare

.


    Dobbiamo essere devoti della Madonna perché la Madonna è la nostra Mamma.     Quella volta che S. Giovanni Bosco, durante un’istruzione, chiese ai fedeli: “Chi è la Madonna?”, ebbe parecchie risposte: la Madonna è la Madre di Dio, è la Regina del cielo, è l’Immacolata... Ma S. Giovanni Bosco voleva soprattutto una risposta, e la diede lui stesso: “La Madonna è la nostra Mamma”.     Sì, la Madre di Dio, la Regina del cielo, l’Immaco-lata, l’Assunta in Paradiso, è la nostra Madre.     La Madonna è la Madre Divina del Corpo Mistico, è la Madre di Gesù e di noi, fratelli di Gesù. Il papa Paolo VI dice: “La Madonna è Madre di Cristo, perciò Madre di Dio e Madre nostra”.   “ecco tua madre”     Questo è il primo fondamento della devozione alla Madonna: la sua Maternità e la nostra figliolanza. Per ciascuno di noi valgono le divine parole di Gesù a Maria Santissima “Ecco tuo figlio”, e al discepolo Giovanni, “Ecco tua madre” (Gv 19,27).     Pensando a tale realtà, gli affetti e la tenerezza dovrebbero fortemente commuoverci: la stessa Maternità che la Madonna ebbe verso Gesù si estende fino a ciascuno di noi, ed Ella ci prende tutti spiritualmente come suoi figli, nel suo seno, nel suo cuore, fra le sue braccia.    Grazie, Dio Padre, Dio Figlio, Dio Spirito Santo!    Aveva ragione P. Pio quella volta che gli venne chiesta qualcosa sulla Madonna, ed egli rispose: “La Madonna è la nostra Mamma!”, senza riuscire a frenare la commozione fino alle lagrime. Quale verità più dolce di questa per noi?    Aveva ragione anche S. Massimiliano M. Kolbe quella volta che per le strade di Roma, udito un uomobestemmiare la Madonna, lasciò i confratelli, si avvicinò a quell’uomo e con le lagrime agli occhi gli disse: “Ma tu la bestemmieresti tua madre?”. E quello, colpito dal giovane frate, chiese perdono e promise di non farlo più.    Dovremmo davvero provare gaudio nel sapere, nel sentire, nel chiamare la Madonna nostra Mamma.    Pensiamo alla foga affettuosa con cui S. Gemma Galgani chiamava la Madonna “Mamma!”. Sembrava non saziarsi mai di chiamarla così. In un’estasi arrivò a chiamare la Madonna per trenta volte “Mamma”. Una volta confidò espressamente alla Madonna: “Mamma mia, quanto godo nel chiamarti Mamma! Il mio cuore, lo vedi, mi salta come quando ricorda Gesù”.presso la nostra culla     Quando è che la Madonna diviene nostra Mamma, e noi suoi figli?     Nel S. Battesimo. Con l’infusione della grazia battesimale nell’anima si viene rigenerati “nell’acqua e nello Spirito Santo” (Gv 3,5), diventando figli di Dio e di Maria, fratelli di Gesù.     Con ragione S. Leone Magno diceva che ogni fonte battesimale è il seno verginale di Maria! Per questo dovremmo dire che ogni cristiano nasce nel S. Battesimo con la devozione alla Madonna, perché nasce figlio di Maria, e al figlio è connaturale amare la mamma per istinto. Presso la culla di ogni bambino battezzato, insieme alla mamma naturale c’è la Mamma soprannaturale. E fra le due mamme, la più vera mamma è quella soprannaturale, perché è la genitrice della vita spirituale, mentre la mamma naturale è la genitrice della vita corporale. Anzi, di tanto la Madonna è maggiormente nostra Mamma, di quanto l’ordine soprannaturale supera l’ordine naturale. Per questo avevano ragione quei Santi, come S. Giuseppe da Copertino, che consideravano la mamma terrena solo una “nutrice” rispetto alla Madre della vita spirituale. La mamma di S. Gaetano consacrò il suo bambino alla Madonna fin dalla nascita e si considerava da se stessa soltanto “nutrice” del figlio..., che chiamava “Gaetano di Maria”.     È certamente dolce e salutare questa pia usanza di consacrare i bambini alla Madonna, che è la vera Mamma di noi tutti. E ci furono mamme cristiane che ebbero la santa ispirazione di consacrare i loro bambini alla Madonna prima ancora che nascessero. Così fecero, ad esempio, le mamme di S. Antonio da Padova e di S. Pietro M. Chanel.     Il B. Stefano Bellesini, parroco per molti anni nel Santuario mariano a Genazzano, introdusse la pia usanza di portare i bambini appena battezzati all’altare della Madonna per consacrarli alla Celeste Mamma. E il S. Curato d’Ars esortava tutti i genitori a consacrare ogni giorno i figli alla Madonna, come faceva la mamma di S. Gerardo. I genitori ricordino questi esempi e vogliano imitarli.   ci ama senza confronti     Soltanto la fede ci fa scoprire queste realtà, illuminando i nostri rapporti con la Madonna nel loro contenuto vitale più profondo e soave. Noi siamo indivisibilmente legati alla Madonna, come il figlio è legato alla madre. E siamo legati a Lei come figli, non con i vincoli della “carne e del sangue” (Gv 1,13), ma con quelli dello Spirito, ossia con i vincoli più alti e indistruttibili. Né sarà possibile alcun confronto fra l’amore che ci porta la nostra Mamma celeste e quello di qualsiasi altra mamma. Diceva molto bene il S. Curato d’Ars: “Il Cuore di Maria è così tenero per noi, che i cuori di tutte le madri uniti insieme non sono a paragone che un pezzo di ghiaccio... La Vergine Santissima è così buona che ci tratta sempre amorosamente e non ci castiga mai. Il Figliuolo ha la sua giustizia, mentre la Madre non ha che l’amore”.     A S. Alfonso Rodriguez successe una volta di uscire in queste ardenti espressioni, mentre pregava la Madonna: “Oh, quanto io vi voglio bene, o Signora degli Angeli e Madre del mio Dio!... Quanto grande è l’amore che vi porto!... Più grande di quanto Voi ne portiate a me!”. Gli apparve allora la Madonna, bellissima e dolcissima, e amorevolmente lo riprese: “No, Alfonso, questo no. Tu t’inganni: molto più bene voglio io a te, senza confronto”. Proprio lo stesso santo, da vecchio, mentre un giorno saliva a pregare sul monte in una Cappella della Madonna, sentì una mano delicata asciugargli il sudore che grondava dalla fronte. Fino a tanto arriva la tenerezza materna della Madonna!     Pensiamo alle premure amorevoli della Madonna anche per cose semplici come le faccende domestiche. Una volta S. Caterina da Siena si vide aiutare dalla Madonna a impastare il pane; S. Zita, smarritasi di notte, si vide accompagnare dalla Madonna nel tornare a casa; S. Veronica Giuliani veniva aiutata dalla Madonna anche a fare il bucato, tanto è vero che la santa nel lavare era molto più veloce delle consorelle; e le consorelle capirono bene che la Madonna l’aiutava, perché ogni tanto S. Veronica diceva, come fuori di sé: “Madonna mia, volete fare ogni cosa voi? Non volete che io faccia niente?”.    Non esagerava quindi il B. Contardo Ferrini quando terminava le sue lettere raccomandando al destinatario di ricordarlo “alla cara amorosissima Mamma nostra”; così come non esageravano i Santi a tributarle titoli di amore tenerissimo senza misura.     P. Pio da Pietrelcina, in una lettera al suo Padre spirituale, arriva a chiamare “tiranna” la Madonna, perché gli riversa nel cuore “tali e tante grazie” da non poterne più, fino a farlo uscire “in escandescenze”. Dolcissima tirannia e felici escandescenze! Davvero si può dire dell’amore della Madonna quel che S. Paolo diceva dell’amore di Gesù: è amore che “supera ogni conoscenza” (Ef 3,19).  mai sazi nell’amarla     La Madonna è il capolavoro dell’amore di Dio, di tutto l’amore che Dio ha riversato sulle creature: amore materno, amore filiale, amore sponsale, amore verginale. S. Massimiliano M. Kolbe arriva a dire che l’Immacolata è quasi l’incarnazione dello Spirito Santo Amore: Ella è la Concezione Immacolata creata, mentre lo Spirito Santo è la Concezione Immacolata Increata.    Ricambiamo il suo amore, quindi, con ogni trasporto, anche se non potremo mai e poi mai amarla come si dovrebbe. Una volta una figlia spirituale disse a P. Pio: “Beato voi, Padre, che amate tanto la Madonna!”. P. Pio rispose: “Vorrei poterLa amare quanto merita, ma ricordati che tutti i Santi e gli Angeli insieme non possono degnamente amare e lodare la Madre di Dio”.     Non dovremmo sentirci mai sazi di amare la Madonna. “Chi mangia di me, avrà ancora fame, chi beve di me avrà ancor sete” (Sir 24,20); così fa dire la Liturgia alla B. Vergine. E i Santi l’hanno amata così, fino al punto di non sapere più come contenere il desiderio di morire presto per andare vicino a Lei. Così dicevano ad esempio S. Stanislao Kotska, S. Antonio M. Claret, S. Bernardetta Soubirous.     Una volta, alcuni confratelli mandarono a S. Massimiliano M. Kolbe l’augurio di poter volare presto in Cielo presso l’Immacolata. Il Santo rispose: “Ringrazio coloro che... particolarmente mi hanno augurato non una lunga vita, ma una sollecita morte per trovarmi con l’Immacolata”.     Quell’ardente apostolo che fu S. Leonardo da Porto Maurizio predicava anche dal pulpito questo suo desiderio di morire subito per raggiungere la Beata Vergine in Paradiso. Una volta, predicando, arrivò a dire: “Io bramo di morire per vivere con Maria. E voi recitate un’Ave Maria per me. Ottenetemi la grazia di morire adesso su questo pulpito... Voglio andare a vedere Maria”. È la stessa brama veemente che bruciava il cuore di S. Paolo (Fil 1,23), rivolta a Maria SS.: “Bramo morire per stare con Maria”.     Chi ama non ragiona come chi non ama.