Vivere per amare

IN QUAL MODO DIO CI PROVI, E PERCHÈ


IN QUAL MODO DIO CI PROVI, E PERCHÈ. - «Voi ci avete provati, o Signore, esclama il Profeta, ci avete saggiati col fuoco come si saggia l'argento» (Psalm. LXV, 10); e altra volta: «Signore, io porto il peso della vostra collera, il mio cuore è nell'affanno. I flutti dell'ira vostra mi passarono sopra, i vostri terrori mi accasciarono; si riversarono su di me come torrente straripato, e m'investirono» (Psalm. LXXXVII, 16-18). E il Savio dice: «Li ha provati come oro nel crogiuolo, li ha ricevuti come vittime in olocausto; risplenderanno nel giorno in cui li visiterà; brilleranno come fiamma appresasi ad arido canneto» (Sap. III, 6-7). Ci narra il Genesi che Iddio volendo far prova di Abramo, gli disse: «Prendi l'unico tuo figlio che tanto ami, Isacco, e va nella terra della visione, e là l'offrirai in olocausto sopra uno dei monti che t'indicherò» (Gen. XXII, 1-2).«Come il fornello prova l'argento e il crogiuolo saggia l'oro, così il Signore prova i cuori», leggiamo nei Proverbi (XVII, 3). Il Signore prova i cuori degli uomini esaminandoli... l° per mezzo della sua legge e dei suoi precetti, per mezzo dei dottori e dei predicatori...; 2° per mezzo delle tribolazioni; 3° con le tentazioni.Ma perché provarci in tante maniere? Perché ci ama, risponde egli medesimo nell'Apocalisse (Apoc. III, 19: «Quelli che io amo, questi riprendo e castigo perché correggendoli e castigandoli li affina e purifica in modo che in loro non resta più nessuna macchia di peccato. Questo vuole indicare il Salmista con quel verso: «Avete provato il mio cuore, o Signore, e visitato durante la notte; mi avete fatto passare per il fuoco della tribolazione, e non fu più trovalo in me peccato» (Psalm XVI, 3). «Indugiando Iddio a mostrarcisi, osserva S. Agostino, dilata e ingrandisce. il nostro desiderio, crescendo il desiderio ingrandisce e dilata l'animo, e lo rende maggiormente capace a riceverlo (In Psalm. XXI)».Gesù Cristo mette alla prova i suoi: l° per aumentare i loro meriti...; 2° per mantenerli bassi...; 3° per dare loro un mezzo da espiare i peccati...; 4° per fare luogo ad una più solenne manifestazione dell'azione di Dio; come chiaramente si scorge in Lazzaro, nei Martiri, negli Apostoli, nella Chiesa, ecc.Io mi alzai frettolosa per aprire al mio diletto, diceva la Sposa dei Cantici; ma quando ebbi aperta la porta, egli era già passato e avviato per altro sentiero; corsi al luogo donde aveva udito partire la sua voce, ma più non c'era; l'ho chiamato, ma non rispose; l'ho cercato, ma non l'ho trovato (Cant. V, 5-6). Così fa Iddio con i suoi servi ed amici per eccitarli a desiderarlo e cercarlo. Inoltre egli li cimenta con prove e persecuzioni diverse, per innalzarli all'onore della virtù e della gloria... Egli mortifica e vivifica (I Reg. II, 6); percuote per emendare. «Tutta la severità di Dio, scrive Sant'Ambrogio, ha per iscopo di punire le colpe dei suoi con le tribolazioni, di conservare la loro anima, di distruggere i loro vizi, di fomentare nel loro cuore le virtù più elette (Epist.)». La prova è per il cristiano come la tempesta per il pilota, la lotta per l'atleta, il combattimento per il soldato.Nulla accade al fedele senza che Dio lo permetta o voglia; e la sua volontà consiste nel correggerlo dei suoi difetti, nel rinvigorirlo nella virtù e nella pazienza, per accrescerne la corona in cielo. E questa la ragione per cui permise che il giusto Abele fosse ucciso dall'empio fratello; provò Abramo ordinandogli di sacrificare il figlio Isacco; provò Giuseppe, permettendo che fosse venduto dai fratelli; provò Mosè ed il popolo d'Israele, lasciandoli opprimere dalla tirannia di Faraone; provò Davide abbandonandolo all'odio di Saulle; provò la casta Susanna, permettendo che fosse esposta alle nere calunnie dei due! vecchi ani; che Geremia fosse imprigionato; che Daniele fosse gettato nella fossa dei leoni.Assennatissime sono pertanto le parole rivolte da Giuditta ai seniori di Betulia, per incoraggiarli a continuare la resistenza contro l'assedio degli Assiri: I padri nostri, disse ella, furono soggettati alla tentazione come ad una prova, finché si vedesse se era sincero il culto loro verso Dio. Si rammenti il popolo del modo con cui il padre nostro Abramo fu provato con molte tribolazioni e divenne l'amico di Dio; così Isacco, Giacobbe, Mosè e quanti furono cari a Dio, si mostrarono fedeli in mezzo a molte tribolazioni: al contrario, tutti quelli che non hanno ricevuto ]e prove nel timor di Dio e si mostrarono impazienti e mormoratori contro il Signore, caddero sotto la spada dell'Angelo sterminatore e perirono morsi dai serpenti. Non c'impazientiamo dunque per i mali che soffriamo; ma considerando che questi tormenti sono da meno dei nostri misfatti, e che siamo puniti come servi, crediamo che Dio vuol emendarci, non perderci (IUDITH, VIII. 21-27). Ah sì. Dio ci manda nelle prove. 1° per ammollire la nostra volontà ribelle, abbattere il nostro orgoglio, e sforzarci a sottometterci a lui; 2° per punirei delle nostre trasgressioni; 3° per distruggere in noi il vecchio Adamo; 4° per condurci alla pazienza; 5° per renderei simili a Gesù Crocifisso.«In mezzo alla tribolazione, dice il Signore per bocca di Osea, si affretteranno di venire a me. Venite e ritorniamo al Signore; Egli ci ha feriti ed Egli ci guarirà, ci ha percossi ma ci curerà, ci renderà alla vita, ci risusciterà, e noi vivremo nella sua presenza» (OSEAE. VI, 1-3). S. Agostino commentando queste parole di Osea, dice: «Ecco la voce del Signore: Io percuoterò e sanerò: recide la purulenta enfiagione dei nostri misfatti e guarisce il bruciore della ferita. Così fanno i medici: aprono, tagliano, bruciano e sanano; si armano per ferire, portano il ferro e vengono per guarire (In Psalm. L)». Le prove sono come frecce lanciate dalla mano divina, per richiamare a Dio ed alla loro salvezza gli uomini che fuggono e corrono alla loro rovina. Agitati, trapassati, umiliati, atterrati da queste frecce salutari, essi depongono i1 loro orgoglio, riconoscono le loro colpe e dimandano col cuore pentito perdono al Signore; e il Signore li risparmia; loro perdona a cagione delle loro suppliche, e se li stringe al cuore con la tenerezza di una madre: come appunto dice il Salmista in quel versetto: «Le tue saette, o Signore, mi si piantarono nelle carni per ogni lato, la tua mano si è aggravata sopra di me» (Psalm. XXXVII, 3). Perciò S. Agostino vede in Dio un utile e caritatevole medico il quale si serve delle piove, come di prezioso ed efficace rimedio, a guarirci dei nostri vizi. «Posto sotto l'azione del rimedio, tu sei bruciato e tagliato, dice questo santo Dottore, tu mandi lamenti e grida, ma il medico non si conforma al tuo volere, e fa quello che la tua sanità richiede. Bevi quell'amaro calice, che tu medesimo ti sei manipolato; bevilo affinché tu viva (In Psalm. LXI)».Le prove c'insegnano a distaccarci dal nulla del mondo e ad attaccarci ai soli veri beni; ci aprono, secondo la frase di S. Gregorio, le orecchie del cuore che la prosperità di questa terra bene spesso introna e assorda (Moral.). S. Gerolamo osserva che Dio toglie non di rado ai peccati il loro diletto e ne priva i peccatori, affinché non avendo voluto conoscere Iddio nella prosperità, lo conoscano nell'infortunio, e avendo fatto cattivo uso delle ricchezze, ritornino alla virtù per mezzo della povertà, cioè siano in certo modo costretti a ritornarvi. S. Agostino poi vede un gran tratto della misericordia divina, quando Dio permette che noi siamo provati dalla tribolazione; esercitando la fede col differire il soccorso, non si rifiuta dal venirci in aiuto, ma pone in movimento il desiderio (Serm. XXXVII, de Verb. Dom.).