Vivere per amare

BUON INDIZIO È PER UN CRISTIANO L'ESSERE MESSO ALLA PROVA.


BUON INDIZIO È PER UN CRISTIANO L'ESSERE MESSO ALLA PROVA. ­ Le prove non abbattono e non opprimono se non coloro che non sanno sostenerle. I più valenti soldati vengono scelti per le congiunture in cui vi è più bisogno di energia, di coraggio, d'eroismo; vengono designati per le imprese importanti e decisive; e così pure Iddio elegge, per inviarli alle più gagliarde prove, quelli che più ama; esempio ne sono Mosè, Giobbe, Tobia, gli Apostoli, i Martiri, i Santi più celebri in ogni stato e professione.1° Sappiano i cristiani, e siano intimamente convinti che le prove sono un segnale non della collera di Dio, ma del suo amore, perché mostrano l'elezione e la filiazione divina. Questo c'insegna Iddio per bocca di Zaccaria: «Io li farò passare per il fuoco e li porrò al cimento come si pone l'argento e l'oro; e allora essi invocheranno il mio nome, ed lo esaudirò la loro preghiera. lo dirò: questo è il mio popolo; ed essi esclameranno: il Signore è nostro Dio» (ZACH. XIII, 9), e per bocca di S. Giovanni con quelle parole: «Io riprendo e castigo quelli che amo» (Apoc. III, 19). Questo disse l'Angelo a Tobia divenuto cieco: «Perché tu eri accetto a Dio, bisognò che fossi provato con la tentazione» (TOB. XII, 13). Questo ripete S. Paolo scrivendo agli Ebrei: «Il Signore castiga coloro che ama, e percuote tutti quelli che riceve per suoi figli. Nei castighi tenetevi fermi e di buon animo. Dio vi tratta da figli: e dov'è il figlio che non sia corretto dal padre? Che se voi siete fuori del castigo cui tutti i figli vanno soggetti, mostrate di essere frutti di adulterio, non figli legittimi. E poi, non abbiamo noi forse avuto per educatori i padri nostri secondo la carne, e non li abbiamo noi avuti in riverenza? a ben più forte ragione dunque dobbiamo obbedire e riverire il Padre degli spiriti, se vogliamo vivere. Quei primi ci castigarono per qualche tempo, come loro talentava, ma questo ci castiga secondo che è utile, affinché partecipiamo alla sua santità. Ogni castigo pare, al presente, un motivo di tristezza e non di gioia; ma in seguito, produce a quelli che lo sopportano, frutto di giustizia pieno di pace» (Hebr. XII, 6-11).2° Intendano e si persuadano i cristiani, che le prove per se stesse, non che ferire e nuocere, purificano e perfezionano coloro ai quali avvengono. «La fornace cuoce e indura le stoviglie, dice l'Ecclesiastico, e la prova della tribolazione tempra e raffina l'uomo giusto» (Eccli. XXVII, 6). Le prove sono, dice S. Agostino, un rimedio che porta salute, non una sentenza che porta condanna (Sent. CCIV). S. Giovanni Crisostomo, parlando di Giuseppe il quale sopportò generosamente e vittoriosamente ogni genere di prove, fa rilevare che quaggiù Iddio non suole liberare dalle prove e dai pericoli le persone più virtuose, ma dimostra in esse la sua potenza, perciocchè le prove riescono per loro un'occasione di alta gioia e di grande merito, secondo quel detto del Salmista: «Signore, nelle tribolazioni voi mi avete fatto grandeggiare» (Psalm. IV, 2 - Homil. de Cruce). Questo ci apre il senso di quelle parole di S. Gregorio Papa: «Non appena la luce divina batte sul cuore umano, tosto il demonio vi solleva tempeste, non mai provate per l'innanzi da quel cuore, finché giaceva nelle tenebre (Moral.)».Tanto meno dobbiamo mormorare contro le prove, quanto più siamo assicurati che esse sono un pegno dell'amore paterno di Dio. L'avversità è un segno certo, è una caparra immancabile della divina elezione, e per essa l'anima è fidanzata a Gesù Cristo, per unirsi a lui in divino connubio. Bisogna dunque conchiudere che le prove sono piuttosto da invidiare e da desiderare, anziché da fuggire. I vasi dello stovigliaio, ricevuto che hanno la forma voluta e designata, non direbbero essi, se fossero capaci di pensiero, di desiderio, e di parola, che il padrone li metta nella fornace a cuocere e diventare solidi? Così i giusti, corretti dalla grazia di Dio, desiderano che il fuoco delle prove bruci e consumi quello che vi è in loro di impuro, che li consolidi e perfezioni nella virtù.