Vivere per amare

LE PROVE SONO UN ECCELLENTE RIMEDIO


 LE PROVE SONO UN ECCELLENTE RIMEDIO. - Vi sono delle ferite che invece di nuocere alla sanità, ne sono anzi efficacissimo rimedio: questo fanno nell'ordine spirituale le prove. Da S. Giovanni Crisostomo vengono paragonate al ferro dell'aratro; perché con esse noi apriamo e solchi amo il terreno del nostro cuore, affinché se vi si tengono abbarbicate erbe cattive, rovi e spine, siano interamente schiantate, e noi diventiamo terreno diligentemente coltivato, atto a ricevere il seme della grazia e della virtù (Homil. de Cruce).Ma che cosa dobbiamo fare per profittare delle prove? Bisogna imitare la pazienza di Giobbe e con lui ripetere: Il Signore mi ha dato ogni mio avere, il Signore è padrone di ritoglierselo; è avvenuto come piacque al Signore; sia benedetto il nome di Dio! (IOB. I, 21). Bisogna imitare Tobia il quale diceva: « Io vi benedico, o Signore Dio d'Israele, perché mi avete castigato e salvato» (Tob. XI, 17). Figlio mio, dice il Signore per bocca del Savio, quando tu ti consacri al servizio di Dio, sta nella giustizia e nel timore, e prepara l'anima tua alla prova. Umilia il tuo spirito e attendi con pazienza. Sopporta gli indugi di Dio. Accetta tutto quello che ti succede e rimani in pace nel tuo dolore. Affidati a Dio ed egli ti libererà; conserva il suo timore e in esso invecchia (Eccli. II, 1-4, 6).Chi desidera di piacere a Dio e diventare suo erede per la fede, per essere chiamato figlio di Dio, deve anzitutto, dice S. Efrem, armarsi di longanime pazienza per prevenire le tribolazioni, le angustie, le strettezze, le malattie, i patimenti, gli affronti, le ingiurie, le tentazioni, i demoni, e poter sopportare tutte queste prove (Tract. de Patientia). «Quando l'anima si attacca fortemente a Dio, nota S. Gregorio Papa, cosicché altro non veda fuori che lui in tutte le cose, ogni amarezza si cambia per lei in dolcezza; ogni afflizione le è riposo (Moral. lib. V)». Il più cospicuo vantaggio che, a parere del Crisostomo, uno può ricavare dalle prove, quello che ne aumenta infinitamente il merito e la ricompensa, è di rendere grazie a Dio