Vivere per amare

LE PROVE SONO LA PORTA DEL CIELO. -


 LE PROVE SONO LA PORTA DEL CIELO. - Le prove pazientemente sopportate sono la porta del paradiso, e vi ci introducono. Questo ci insegna la Sacra Scrittura con quel testo: «Non bisognava forse che il Cristo patisse tutte queste pene (la sua passione), e così entrasse nella sua gloria?» (Luc. XXIV, 26), e con quell'altro chiarissimo che si legge negli Atti Apostolici: «Bisogna che per mezzo a molte tribolazioni noi entriamo nel regno di Dio» (XIV, 21). Ora se bisognò che Gesù Cristo soffrisse, sostenesse ogni genere di prove, e entrasse alla gloria per la via dei patimenti e della croce, non ci ha egli, con questo, chiaramente indicato che se non si dà altra strada che metta al cielo, questa però vi mette sicuramente, e che chiunque la calca è certo di entrarvi? Le prosperità e la felicità di questa vita sono, al contrario, la porta dell'inferno. Perciò vediamo Dio concederle bene spesso ai tristi ed agli empi, e negarle ai buoni...«Chiunque adora voi, o Signore, diceva Tobia, è sicuro che se sostiene prove in vita sua, sarà coronato; se è afflitto, sarà liberato; se percosso, otterrà misericordia» (TOB. III, 21). «Coloro che hanno seminato nel pianto, mieteranno nella gioia, dice il Salmista. Essi andavano e piangevano spargendo la loro semenza; ritorneranno lieti e giubilanti portando in mano i loro covoni» (Psalm CXXV, 5-6).12. DISGRAZIATI QUELLI CHE NON HANNO PROVE. - Vivere senza prove, è un vivere per l'inferno... Sappiano quelli i quali rifiutano le prove loro mandate da Dio, che in essi non è l'impronta di Dio, ma quella del demonio, e che saranno infelici e in questa e nell'altra vita. Infatti è chiara la parola dello Spirito Santo: «Coloro che non hanno ricevuto le prove nel timor del Signore, ma dimostrarono la loro impazienza e mormorarono contro Dio, furono abbandonati alla spada dell'Angelo sterminatore» (IUDITH. VIII, 24-25)... Non accettare le prove con cui Dio ci cimenta, è un resistere a Dio; ora non è questo colpa gravissima e terribile disgrazia?Forse che le prove bussano meno alla porta di chi si rifiuta di accoglierle? Oibò: molte volte anzi vi si affollano in maggior numero e più gravi... Si perde il merito che dovrebbero procurare... Si cambiano in peccato... Invece di essere principio di ricompensa, diventano principio di castighi... Il mondo tutto è un vasto fornello in cui sono gettati gli uomini, Là il giusto rassomiglia all'oro, l'empio alla paglia. Per mezzo del medesimo fuoco, il giusto è purificato, santificato; l'empio è divorato, consumato, condannato. E Dio, osserva S. Agostino, è nell'uno e nell'altro caso lodato; in quello per la ricompensa, in questo per il castigo; nel primo per la sua misericordia, nel secondo per la sua giustizia (Dei civit. Dei).