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Dal mio diario.(III)


Prima,seconda,terza,centesima..ennesima. Ecco che riaccade,tacita e silenziosa ferma a fissare un solito punto,il dolore cresce dentro me. Cresce anche la rabbia per l’incomprensione,le urla inutili e le lacrime dure che scivolano piano sul viso. Mi dirigo lenta,svogliata verso il mio confidente,il mio cuscino, stesa sul letto al buio con i raggi del giorno che filtrano attraverso la persiana. Comincio a sussurrare ,poi a parlare,soffoco un urlo dentro di lui. Poi la mia mente partorisce sogni e pazzie. Mi alzo in piedi cammino avanti e indietro per la stanza..e lei è sempre qui,violenta e triste,pronta a darmi risposte. La musica è qui, si è sempre qui. Mi rassereno,distrattamente continuo a pensare alle favole che prendono forma nella mia mente. Comincio a ferirmi. Poi tutto cessa d’un tratto. E’ pronto in tavola,tutto si ferma. Ritorno alla realtà Dove ricominciano le urla,dove rabbia e tristezza si mescolano e si attaccano dentro,appesantendoci Cuore e anima. Accorta ritorno nel mio regno. Lei riparte con i suoi suoni e le sue risposte,ed io riprendo a vagheggiare realtà utopistiche. Stop. Mi fermo davanti allo specchio,fisso la mia immagine di “donna a metà” e subito provo un odio profondo per quell’immagine. Lei mi guarda attonita,qualcosa in me muta,cresce, sento che vorrei proteggerla. E’ sola e vive di incomprensioni. Per una attimo volgo la sguardo a destra poi di nuovo al centro,fisso, dinanzi a me. La riguardo, non ho mai amato quell’immagine; no non amo quell’immagine. Do un pugno nello specchio, ma il vetro non cade in frantumi,la mia mano prova dolore. E intanto la musica cambia in continuazione. Ho bisogno di concentrazione, di assoluta concentrazione . Tremo,a malapena riesco a frenare i miei impulsi . Mi tremano le mani ,la violenza mi attraversa,le immagini folgorano la mia mente..scorrono veloci. Godo e soffro. Ora lego le funi invisibili a i miei polsi. Reprimendo la gravità della mia vita. Aspetto ,aspetto ed ecco che arriva la sua chiamata, voce d’uomo che mi quieta. Lui, uomo, sa condurmi a questo anche se non conosce i miei “precedenti”,il mio stato di vita fino a cinque minuti prima dell’arrivo della sua chiamata. E non lo saprà mai.. La mia voce ora canta,stona un motivo, dal profondo di me stessa parte una risata,poi un suono,il rumore di un bacio. Conclusa la chiamata,mi poggio sul letto,nessun pensiero colpisce la mia mente,solo la dolcezza e la serenità che a poco a poco svanisce. Infine ritorno a me stessa, alla mia giornata ,al mio mezzo umore della mia immagine di donna a metà.