L'INGANNO

uno... 1966


Si rialzò lentamente dall’angolo in cui era rannicchiata tenendo le braccia strette intorno al seno. La gonna a fiori, piccole margherite su fondo verde prato, non le piaceva più così tanto, come la mattina quando l’aveva appena indossata. Fece una smorfia di dolore…ma il dolore non era nel corpo. Il dolore le aveva trafitto l’anima e avrebbe determinato tutta la sua vita…per sempre. Non aveva pianto, forse si sentiva in colpa, e la sua colpa per ora, era meno grave di quanto potesse sospettare. La bellezza, la sensualità la giovinezza le appartenevano come il vento e la rugiada appartengono a questa terra… sono condizioni dalle quali non si può prescindere, sono fatti. Flora si sistemò la camicetta ben attenta ora a chiudere anche l’ultimo bottone, spostò i lunghi capelli neri dalla fronte sudata e si rimise in piedi. Suo padre sarebbe tornato da un momento all’altro e non voleva che sospettasse nulla di ciò che le era appena successo. Il ragazzo con i pantaloni neri era già scappato giù dalle scale lasciando la porta di casa semiaperta. Flora la richiuse e si diresse in bagno a lavarsi di dosso la colpa di essere troppo bella.