Uno qualunque

IL CUORE DI UN CANE...


SCIANCATO Era l’inverno del 1945 ; l’economia Italiana era alquanto precaria! Paragonata a quella odierna la situazione degli Italiani era … un inferno! Niente lavoro, città devastate dalla guerra da ricostruire, fame ovunque!!!! Naturalmente gli animali domestici ne stavano pagando le conseguenze: chi poteva, nelle città, permettersi il “lusso” di mantenere un cane? Forse solo i “borsari neri”! La ricchezza della Nazione era nelle loro … tasche! Cani randagi, mostruosamente magri, vagavano nelle vie delle città. Con i miei abitavo al primo piano di un palazzo sovrastante una grande piazza di Roma: la piazza aveva il privilegio di ospitare giardini, non grandissimi, ma abbastanza ampi. Un giorno venne a stabilirsi in quei giardini un cane meticcio di taglia media e di colore fulvo; era claudicante e gli fu affibbiato … il nome di Sciancato. A quei tempi i ragazzi giocavano ancora nelle strade transitate solo da qualche bicicletta (che passavano di mano molto spesso per via di “ladri di biciclette”) e fu facile per lui fare immediatamente amicizia con noi bambini partecipando gioiosamente ai nostri giochi. Il compagno “cane” rimediava sempre qualche briciola delle nostre magre merendine che accettava sempre con manifestazioni gioiose della … coda! Un giorno la mia mamma mi disse di farlo salire in casa: aveva predisposto per lui un vecchio piatto “sbordato” con qualche rimasuglio del nostro pasto familiare, e una grossa tazza, non meno sbordata del piatto, con acqua pulita. Sciancato, invitato da me a seguirmi, non si fece pregare e una volta entrato in casa gli fu mostrato il suo “desco”: pulì, con tutte le sue capacità linguistiche i due recipienti e, terminato il tutto, ringraziò la mia mamma con piccoli suoni “struggenti”. Lo chiamai e lo invitai a seguirmi fuori, nuovamente in strada. I giorni successivi, quando la mia mamma me lo diceva, mi affacciavo alla finestra e emettevo un piccolo e affievolito fischio (non sapevo farne uno più intenso): nel giro di pochi minuti, Sciancato si presentava davanti alla porta di casa (aveva immediatamente imparato in quale scala abitavamo e quale porta immetteva nella nostra casa) e una volta compiuto il suo piacevole compito (lavare a dovere i due recipienti) e la cerimonia di ringraziamento, tornava in strada. Ma un giorno … al mio fischio non si presentò al ritrovo! Preoccupato scesi e chiesi notizie di Sciancato; mi fu detto che un signore anziano, non delle nostre parti, era giunto con un collare e un guinzaglio e aveva portato via con sé il cane, dicendo che qualche giorno prima aveva notato come quella bestiola dimostrasse amicizia per i bambini e lui aveva due nipotini che stavano spesso a casa sua. Trascorsero alcuni mesi e un pomeriggio … qualcosa … graffiava, dal di fuori, la porta di casa mia! La mia mamma aprì e sorpresa: Sciancato era lì! Non cercò le ciotole, ma si limitò alla “procedura di ringraziamento” prima alla mia mamma e … questa volta anche dedicata a me. La cerimonia fu brevissima: scappò via il più velocemente possibile (anche se claudicante). Ci affacciammo alla finestra: nei giardinetti vi era un signore anziano dal quale corse e porse il suo collo per farsi agganciare al collare che aveva, il guinzaglio; si allontanarono lentamente. Fu l’ultima volta che vidi Sciancato. Aveva trovato il modo di venire a ringraziare a modo suo chi lo aveva aiutato. -Liomax D'Arrigo-