A little Skeptic
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DA DOVE VENGONO LE IDEE
Conferenza con Gianrico Carofiglio e Giorgio Parisi. Modera Saverio Pascazio
Introduce l’interessante argomento il professor Saverio Pascazio, mettendo in luce alcune equazioni di solito legate alla creatività: creatività = bambini, creatività = bellezza e infine creatività associata alla consapevolezza. Ma quest’ultima sembra non essere reale: la consapevolezza è probabilmente più che altro un freno alla creatività, legata allo sconfiggere la consuetudine e all’eliminazione delle certezze. Ad ogni modo tutti sono d’accordo nell’affermare che le idee nascono dallo scambio, molto più raramente dalla riflessione solitaria.
Prende la parola lo scrittore Gianrico Carofiglio. Egli vede le idee come mappe del mondo, o segmenti del mondo. Noi infatti diamo una lettura del mondo che ci circonda e creiamo una mappa per interpretarlo. Questa mappa però non deve essere confusa con il territorio: la prima infatti è suscettibile al miglioramento.
Le nuove idee sono strumenti efficaci per mappare il mondo, ma nel momento in cui vengono concepite diventano ostacoli per il successivo sviluppo, in quanto sarà difficile, per chi le ha concepite, trovarne di nuove e migliori.
Rompere gli schemi vuole dire rompere le idee che ci servivano per mappare il mondo e sostituirle con altre. Il linguaggio non sembra avere alcun ruolo nel meccanismo del pensiero, fatto più di immagini.
La nozione di creatività come consapevolezza significa affidarsi ad una percezione aperta al mondo esterno.
Quasi nessuno ha mai notato che nel nostro vocabolario sono presenti poche parole per descrivere gli odori e di solito prese da altri campi, mentre abbiamo molte parole per, ad esempio, le forme.
Bisogna scrivere, in narrativa, di ciò che non si conosce, andare nell’ignoto: la scrittura è una stanza buia nella quale ci si muove a tentoni.
Diversa è l’esperienza del fisico Giorgio Parisi, tra i più famosi d’Italia. Per quanto il paragone tra campo letterario e campo scientifico possa sembrare strano, esso è invece ragionevole.
I pensieri dell’uomo sono sempre trasformati in parole. Essi iniziano prima delle parole, ma queste sono una traccia necessaria per ricordare i pensieri. Spesso il lettore non ha interesse per il procedimento, ma solo per il risultato.
Per sviluppare le idee bisogna lasciar gioco libero ad intuizioni improvvise, che necessitano di molto tempo per essere realizzate.
Einstein lavorava per immagini. L’idea del pensiero di Einstein è che il mondo, esattamente come noi lo vediamo, senza complicazioni, è semplice.
Riprende la prola Gianrico Carofiglio, svelando al pubblico che molto spesso nemmeno lo stesso autore comprende esattamente tutto ciò che si può dedurre da ciò che scrive e capita che lo comprendano prima i lettori.
Giorgio Parisi continua: noi abbiamo degli schemi mentali che sono un ostacolo al ragionare in modo diverso. Sono questi schemi che bisogna distruggere per avere delle buone idee.
Dal dialogo con il pubblico, scaturiscono interessanti questioni circa la scuola, che insegna poco metodo e troppe nozioni, e la possibilità di essere creativi in un mondo dominato dalla globalizzazione. Sia Carofiglio che Parisi sono concordi nell’affermare che quando la conoscenza avanza, vincola i successivi progressi.
Ma che rapporto c’è tra fortuna e ingegno, quando si deve trovare una idea innovativa e brillante? Probabilmente il 50% di ogni fattore.
La conferenza si conclude con una decisiva frase di Saverio Pascazio: Si può resistere all’invasione di un esercito, ma non ad una idea che arriva!
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