lividilesi

al miglior offerente


 Questa è una di quelle classiche giornate in cui il mio corpo e la mia identità sessuale sono inadeguate rispetto alle mie aspirazioni odierne,insomma,in parole misere,oggi vorrei essere proprietario di una sontuosa e prestigiosissima  fregna.L’antefatto mattutino ti renderà più comprensibile il mio inopinato desiderio.Ore 10 e 45, irrompe dalla porta principale del nostro ovile sociale il super mega iper fanta ultra direttore responsabile del suddetto ovile sociale, un signorino che ha oltrepassato i 40 da una decade,munito di capelli semi brizzolati(la sua testa funge un po’ da pianoforte tricologico,un capello bianco e uno nero,uno bianco e uno nero) voce roca che suscita suggestioni inenarrabili alle uterine pulsioni delle mie colleghe, inevitabilmente cosi ogni femmina rimane inerme di fronte al suo fascino carismatico,impossibilitata ad interagire per più di un paio di trisillabi prima di stramazzare al suolo in preda a fumanti e vaporose vampate ormonali,il che mi pone su un piano di superiorità globale e complessiva nei loro confronti,dato che dall’alto della mia eterosessualità io ci posso parlare per una quantità spropositata di minuti senza arrossire,esibendo tutte le mie armi dialettiche,alcune delle quali molto apprezzate dal simpatico trapanatore di fighe.Ed io sono certo,sicurissimo, stra convinto che se i miei genitori, in quella gelida nottata del novembre 81,  anziché praticare un’insulsa missionaria si fossero sbizzarriti in una pratica sessuale più consona alle loro attitudini artistiche e creative,dando così vita ad una pargola anziché ad uno storpio col pisello storpio,sarei stata sciolta disinvolta e disinibita,immune dalla sindrome da paralisi intersessuale, perciò concludendo,se stamattina fossi stata donna a quel signorino gliela avrei fatta annusare un pochino. Prima di inziare a comporre questa melodia narrativa mi sono ripromesso di non leggereI i tuoi scritti,per non rimanerne influenzato e contaminare il mio materiale letterario con il tuo, ma alle tentazioni non resisto,e men che meno riesco a resistere a te,che sei la prima tentacolare tentazione della mia tentennante esistenza, perciò ho da prima sorseggiato,poi bevuto,in un terzo tempo divorato ed in fase finale inghiottito tutte le tue parole, ed ora sinceramente mi è passata un po’ l’ispirazione di posare qui sopra tutti i miei cazzi,quelli attuali e quelli arretrati che per svariati motivi non ho mai avuto l’opportunità di regalarti,ora avrei solo voglia di te, o di quel surrogato di te al quale rimango aggrappato da settimane ormai,la tua vociaccia putrida e rozza,e pure un po’ tozza, domani te lo giuro sarai sommersa da frammenti variopinti di me,ma ora ti devo sentire,anche se sei al lavoro,anche se mi riattaccherai dopo 42 secondi,ma non posso prescindere da questa impellente ed imponente necessità, tutto questo credo possa essere riassunto in sole due parole, amore disgustoso.