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NATIONAL MODEL UNITED NATIONS - 1

Post n°17 pubblicato il 01 Aprile 2007 da TheParis
 

Eccomi finalmente con un po' di tempo dopo il rientro dalla Grande Mela.
Piccola cronaca di una settimana sopra le righe.

I primi 3 giorni dell'avventura.

Una settimana a Manhattan, al National Model United Nations.

Sabato 17: la partenza.
Ovvero il viaggio in aereo, le foto di rito dal Charles de Gaulle di Parigi, l'Air France che si sbaglia a scrivere sullo schermo il nome della nostra scuola (Science Po invece di Sciences Po, peccato veniale) e l'arrivo al JFK di New York verso le 22 ora locale.
Primo grosso problema: il pilota pensa bene di centrare un container che si trovava a passare in mezzo alla pista; risultato, due ore di attesa sull'aereo, con le autorità americane che si rifiutano di farci scendere con i toboga per motivi di sicurezza.
Al termine, per motivi di sicurezza, la polizia ci controlla uno ad uno palmo a palmo; e per motivi di sicurezza ci chiede di toglierci le scarpe; e per motivi di sicurezza la cintura di un amico deve rimanere all'aereoporto perchè non è abbastanza sicura per entrare a New York.
Quando i motivi di sicurezza si esauriscono (verso le 01.00), il pullman ci preleva alla volta di New York, Manhattan, Times Square, Sheraton Hotel.
Sheraton Hotel, ovvero l'Hotel dei businessmen, bello da matti, lussuoso e pulito come nient'altro a New York. In pieno centro.
Che si fa ragazzi, si esce? No, troppo stanchi, a letto.
Sorpresa sorpresa: le camere sono a due letti matrimoniali e noi siamo 4 per ognuna, risultato, io e il mio amico Moritz dormiamo insieme...ahhhhhhhhh!

Domenica 18: Central Park e inizio delle negoziazioni.
...la notte è passata, sveglia onesta verso le 11 e pranzo da Delicatessen a base di intrugli newyorkesi e salse cosmopolite. Dopo pranzo, passeggiata a Central Park, che è davvero enorme e non sembra un parco ma una foresta amazzonica trapiantata nel cuore di New York. Cazzo, c'è la neve ovunque, una buona spanna di neve che neanche sulle Alpi non ero riuscito a vedere. Gli scoiattoli non sembrano farci caso e se gli diamo delle M&M's da buoni turisti della Grande Mela, saltano giù dagli alberi e si fiondano su di noi. Ma saranno commestibili? Sono bene in carne... E hanno invaso ogni spazio verde della città americana, sono come i piccioni a Venezia. Solo che sporcano di meno e sono decisamente più simpatici.
Rientro in albergo e preparazione per la prima sessione di lavori diplomatici: sono pazzi, ci fanno lavorare la domenica sera! Ma non era il tempo dei vespri, consacrato alla preghiera e non al lavoro?
Con gli americani non attacca e alle 21 inizia la nostra simulazione delle Nazioni Unite: io e il mio compagno di università Moritz rappresentiamo l'Algeria; qualche discorso formale e qualche sessione di trattative informali e conosciamo gli altri: l'Iran (una scuola di Malibu, CA) è tosto e i suoi due rappresentanti non scherzano; stessa cosa per Israele (un tipo e una tipa di Madgeburg, Germania); anche la Turchia (da Londra con furore) fa sul serio; pure la Siria non scherza (dalla Bocconi, Milano)...insomma, non c'è proprio nessuno che ci sta a perdere e tutti danno il loro meglio per far passare la loro posizione.
I giochi diplomatici sono quelli della realtà: si discute di non proliferazione delle armi di distruzione di massa e Israele e Iran non si rivolgono nemmeno la parola, proprio come avviene all'ONU; l'Unione Europea (presenti Slovacchia, Spagna e qualche altro paese meno attivo) sta a guardare e a fare il mediatore; gli USA giocano il loro ruolo di sceriffi dell'umanità e lo fanno davvero bene; la Russia (università di Austin, Texas) prova a mettere loro il bastone tra le ruote.
E Sciences - Po Parigi, ovvero l'Algeria, ovvero il sottoscritto? Noi da subito ci caliamo nelle vesti di capofila del gruppo africano (Tunisia, Marocco, Egitto, Kenya...), ma presto estendiamo la nostra influenza sulle altre nazioni.
Abbiamo la sensazione che domani riusciremo a proporre una risoluzione che abbiamo elaborato a tavolino. Il nostro grande obiettivo? Farla votare con le firme di Israele e Iran nello stesso tempo...Ambiziosi.

Lunedì 19: all'ONU. E poi al lavoro a pieno ritmo.
Il Palazzo di Vetro dell'Onu è una costruzione maestosa e i controlli per entrarvi altrettanto. Tanto che ci mettiamo circa due ore, in coda ad aspettare. Sul piazzale c'è un'opera di Pomodoro donata dal governo italiano nel 1996 (generosi!).
Dentro, se possibile, è ancora più maestoso.
Quando entro all'Assemblea Generale mi viene la pelle d'oca: sono nel luogo in cui si decide delle sorti della politica internazionale e di 193 stati al mondo. Impressionante.
Sentito e toccante il discorso del vice Segretario Generale delle Nazioni Unite (la numero 2 dopo Ban Ki Moon), la quale ci saluta e ci ringrazia della nostra presenza, e le Nazioni Unite devono entrare nel cuore dei giovani, e un domani potremmo essere là per davvero e non solo per una simulazione, e dobbiamo divenire "apostoli" del sistema delle Nazioni Unite come dice Kofi Annan e buon lavoro a tutti quanti e che i migliori vengano premiati.
Grazie, ci conti.
Rientro allo Sheraton dove ci aspetta il secondo giorno di trattative, il più interminabile visto che si andrà avanti fino alle 23, ufficialmente.
E così è, si continua tra una soffiata e l'altra, Israele non si muove dalle sue posizioni, l'Iran neppure e i due sembrano monopolizzare l'attenzione di tutti gli altri stati. Il mio amico Moritz prepara un discorso per rompere il ghiaccio ed è efficace.
Tocca a me, prendo la parola, mi sono scritto qualcosa e voglio cercare nuovi alleati per la nostra risoluzione:
"Honorable Chair, fellow delegates, Algeria is deeply concerned..."
Al di là del "diplomatichese" utilizzato per gli speeches, il discorso coglie nel segno e l'Iraq, assieme alla Turchia, sono guadagnati alla nostra causa.
Il nostro progetto? Creare una zona libera da armi nucleari nel Medio Oriente e nel Nord Africa.
Per il Nord Africa, pochi problemi: nessuno ha il nucleare e sono tutti disposti a collaborare. Per il Medio Oriente i problemi sono maggiori, visto che Iran e Israele sono irremovibili; tutti li cercano, ma loro sono inespugnabili sulle loro posizioni di condanna reciproca.
Tocca mediare, non c'è nulla da fare. Domani questo sarà il piatto forte delle trattative.
Per stasera va bene così, sono le 23 ed è ora di lasciar perdere. Qualcuno continua in sessione informale fino all'una.
Non l'Algeria, che decide che ci vuole un'uscita ristoratrice: cena da Maxie's, tipico locale in cui gustare le prelibatezze (bleah!) newyorkesi, dopo cena in birreria, per rilassarsi dalle fatiche diplomatiche.
A letto alle 2.30. Ora si ragiona.

...il seguito alla prossima puntata, a presto!

 
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