" Vedo me stesso vacillare continuamente fra la rabbia per la stupidità del mondo unita al desiderio di fare qualcosa, da una parte, e, dall'altra, la consapevolezza che l'uomo è piccolo, di nessuna importanza, che tutto si dimentica, che la vita è breve, che il dolore è male e il piacere è bene.
Dunque, perchè mai agire se, così facendo, renderemmo questi brevi anni spiacevoli? Se si odia l'umanità, come me, non è forse illogico volersi fare una reputazione, accettare l'opinione del detestabile mondo sulla virtù e misurarsi con quel modello di conseguenza? Amare la virtù fine a se stessa è vano, perchè la virtù non può esistere se non in relazione a qualcos'altro. La virtù sola in fondo a un pozzo è come un'opera d'arte mai compiuta. E io desidero la virtù più di ogni altra cosa: essere giusto, essere utile, essere ammirato... e, tuttavia, trovo gli uomini insopportabili e mi sento un estraneo quando cammino per le strade delle loro città, e quasi non riesco a credere di avere una qualche relazione con questa razza o con qualcuno dei suoi membri. Non ho amato nessuno. Ho ammirato la perfezione ma non gli uomini, per quanto le due cose possano essere dissociate."
Gore Vidal "Il giudizio di Paride"