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Come sopravviveremo da qui al 13 e 14 aprile? Difficile da immaginare, senza spegnere la TV, dimenticando tout court la disperante sequenza di tribune, interviste, conferenze stampa e confronti tutti contro tutti che ci aspetta.
L’alternativa è rassegnarsi ad assistere impotenti alla trasformazione della RAI in una lotta continua: non solo tra i candidati premier e gli altri esponenti di spicco dei vari partiti che si presentano allo scontro; ma anche, forse soprattutto, tra gli stessi politici e i giornalisti, esasperati dalla complicazione dei vincoli che presidieranno la seconda fase della campagna elettorale televisiva.
Del resto, come dare loro torto? Scorrendo i due regolamenti varati dalla Commissione di Vigilanza della RAI e all’AGCOM (http://www.agcom.it/par_condicio/index.htm#2008_pol), sembra di leggere le grida di manzoniana memoria: tanto per la minuziosità dei provvedimenti, quanto per l’acerrima difficoltà di farli rispettare (memorabili, tra l’altro, le indicazioni per le tribune RAI, per le quali è previsto “un numero di partecipanti compreso tra 3 e 6, e di norma, se possibile, fra 4”: no comment) ...
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