La Loggia di NEO-GEO

Korea Riding


In Corea i videogiochi sono un fenomeno di costume. In Corea tutti giocano ai videogiochi, soprattutto quelli online. In Corea esistono locali pubblici pieni di postazioni PC (si parla di 100 alla volta), sempre zeppi di gente che gioca e naviga. In Corea esiste un vero e proprio campionato di videogiochi, con tanto di star acclamate e amate al pari di lottatori di Wrestling negli stati uniti, o addirittura al pari di calciatori come da noi in Italia. In Corea il videogioco è qualcosa di importante, è qualcosa di radicato profondamente nella società. In Corea i giovani crescono a pane e Starcraft, a colazione, pane e Unreal Tournament a pranzo, e pane e MMORPG a cena. In Corea esistono delle reti tv che trasmettono partite e tornei online 24 su 24. In Corea vengono organizzati gli eventi di mass gaming online più importanti del pianeta. In Corea i videogiochi sono dovunque. In Corea, i genitori giocano al posto dei figli quando loro sono a scuola per far si che i loro personaggi nei MMORPG mantengano un buon livello. In Corea c’è gente che si scorda di andare al lavoro, di accudire i figli, di mangiare, perché è troppo occupata a giocare ai videogiochi. In Corea si vendono online gli oggetti virtuali dei MMORPG come se fossero veri. In Corea c’è chi è capace di minacciare di morte per la perdita di uno di questi oggetti. In Corea si creano anche sommosse davanti agli edifici che custodiscono i server di alcuni giochi Online, a causa di diatribe nate sulla rete stessa. In Corea sono state aperte le prime cliniche di disintossicazione dai videogiochi. In Corea probabilmente non ci sono molti altri divertimenti. In Corea probabilmente questi mondi virtuali hanno il compito di nascondere qualcos’altro. La Corea è molto distante da noi, e probabilmente ne vediamo solo una faccia. Ringrazio ADSO da Melk (IGN) per la sua testimonianza in proposito.